Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

25.10.2016

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MIGLIONICO
Sono oltre 4500 i lucani senza soldi per mangiare

MIGLIONICO. “Sono oltre 4.500 i lucani senza soldi per mangiare”. E’ il titolo dell’articolo pubblicato su “La Gazzetta Del Mezzogiorno” (lunedì 24 ottobre 2016) nel quale viene descritta la situazione di povertà economica in cui versano tanti cittadini lucani. Gli ultimi dati della Caritas fotografano una situazione allarmante in tutta la Basilicata. Solo a Potenza città sono 1.400 i cittadini che chiedono aiuto alla diocesi per poter avere un pasto al giorno. E il vescovo di Potenza, mons. Salvatore Ligorio invoca l’intervento delle istituzioni. Di giorno in giorno aumentano i lucani che non hanno i soldi neppure per mangiare. Secondo i dati Caritas 2015, elaborati dall’osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse, le richieste di aiuto per erogazione di beni primari sono cresciute del 13 per cento rispetto al 2014. Ne discende che il fenomeno delle “nuove povertà” sta assumendo sempre di più i connotati di un’emergenza in Basilicata. “Sono persone e non numeri – dice mons. Salvatore Ligorio – scuotono la coscienza, interpellano l’anima, creano sofferenza in chi li ascolta e, soprattutto, in chi conosce cosa ciò significhi”. L’età media delle persone che si sono rivolte alla Caritas per chiedere un aiuto è quella compresa tra i 44 e i 54 anni, per lo più si tratta di donne che nella maggior parte dei casi sono le uniche percettrici di reddito in famiglia, spesso redditi da lavoro precario o in nero, per lo più nel settore domestico e dell’assistenza agli anziani. “La scolarità delle famiglie accompagnate dai centri Caritas è molto bassa. Preoccupa il fenomeno dell’abbandono scolastico”. In particolare, a Potenza sono 800 le famiglie che sopravvivono con meno di 300 euro al mese. Ma la novità di quest’ultimo periodo è che “tra chi chiede una mano d’aiuto non ci sono più soltanto disoccupati, senza tetto, emarginati o extracomunitari, ma anche impiegati, operai, professionisti e avvocati. Categorie sociali che nell’immaginario collettivo sono al riparo da problemi economici. La situazione, insomma, sta diventando davvero incandescente e l’intero sistema della solidarietà, di fronte alle pesanti richieste, rischia di andare in tilt”. Giacomo Amati

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