MIGLIONICO.
“Sempre più italiani all’estero”.E’ il titolo di
un articolo del “Corriere della Sera” (7 ottobre 2016),
nel quale si legge che “l’anno scorso (2015) 107 mila
italiani sono espatriati. Un terzo dei quali è
costituito da giovani. Meta preferita è la Germania
(700.855), seguita da Svizzera (595.491), Francia
(397.761), Brasile (373.638), Belgio (264.535),
Inghilterra (256.253), Usa (245.781) e Spagna (143.257).
Il problema è che questi nostri connazionali che
lasciano l’Italia poi non tornano più”, dice la
sociologa Delfina Licata, curatrice del “Rapporto
italiani nel mondo 2016”. “E il fatto più preoccupante –
secondo la sociologa – è proprio l’età di coloro che
emigrano”. Il dato più allarmante è che “il 20% dei 107
mila espatriati nel 2015 aveva meno di 18 anni”. Cosa
significa? “Che questi minori sono emigrati con i
genitori e dunque vuol dire che in realtà molti giovani
nuclei familiari ormai hanno lasciato l’Italia. Il
risultato sarà una progressiva trasformazione del nostro
tessuto sociale in un quadro già preoccupante di
denatalità e indice di vecchiaia alle stelle. Non a caso
il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,
ammonisce: “Oggi il fenomeno degli italiani migranti ha
motivazioni diverse rispetto al passato. I flussi
tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano
un segno di impoverimento. Dobbiamo fare in modo che ci
sia circolarità. I giovani devono poter andare
all’estero così come devono poter tornare a lavorare in
Italia”. Concetto, questo, su cui batte anche il premier
Matteo Renzi: “La notizia del boom di migrazioni mi fa
male ed è per questo che dobbiamo rendere l’Italia più
semplice. I ragazzi che vogliono andarsene possono
farlo, noi dobbiamo creare un clima che permetta loro di
tornare”.
Giacomo Amati |