Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

14.10.2016

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MIGLIONICO
Daniele Bovara: i castighi non servono

MIGLIONICO. I castighi non servono. Le ragioni? Ce le spiega il pedagogista Daniele Novara, 59 anni, di Piacenza, nel suo libro “Punire non serve a nulla” (ed. Rizzoli). “Schiaffi e sculaccioni provocano nei bambini atteggiamenti di sfida, opposti a quelli desiderati dai genitori. Anche sgridare, urlare e i castighi simbolici sono inutili. Sono elementi estranei all’educazione e non favoriscono crescita, responsabilizzazione, autonomia”. (Fonte Corriere della Sera dell’8 ottobre 2016). Docente alla Cattolica di Milano, Novara nel suo libro affronta quello che considera il grande equivoco: l’idea che educare significhi controllare e correggere. Un’ottica che porta alla ricerca continua di sbagli e colpe. Io dico: “I figli sono immaturi, non colpevoli”. Cita le neuroscienze. Le ultime ricerche confermano che la piena maturità cerebrale è raggiunta dopo i 20 anni. “Sbagliare, non riuscire a gestire le emozioni, pensare e sentire in modo diverso, è un processo naturale. Accettiamolo e smettiamo di voler crescere figli perfetti”. Il bambino che a tre anni rovescia il piatto sulla tavola. “E’ in una fase cognitiva acerba. Non sa come esprimersi, ma sa cosa ha combinato ed è mortificato. Invece dell’urlo, si ribadisce la regola positiva che a tavola si sta tutti insieme. Senza insistere sul resto. Non è pericoloso, il bambino imparerà”. Il gioco di squadra tra i genitori è più importante di mille parole. Adeguarsi all’età dei figli. La chiarezza delle regole creano fiducia e stabilità. Novara non ha paura di andare controcorrente: “La buona educazione è un fatto di organizzazione, non di empatia e di chiacchierate”. Giacomo Amati

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