MIGLIONICO.
Alcuni momenti ludici vissuti all’interno della comunità
miglionichese e la disamina dei problemi di fondo, sotto
il profilo economico, sociale, culturale e politico che,
alla fine degli anni Sessanta, caratterizzavano la vita
sociale della nostra regione, sono i temi al centro di
altri due bellissimi articoli che oggi, sabato 8
ottobre, sono stati pubblicati in esclusiva su
“Miglionicoweb” del prof Antonio Labriola, nella rubrica
“Come eravamo”, a cura di Mimmo Sarli. I due articoli,
“Svaghi innocenti a Miglionico”, firmato da Domenico
Marinaro, e “Sottosviluppo e nuova coscienza critica in
Basilicata”, scritto da Giuseppe Andrisani, risalgono al
1969: furono pubblicati sul n.5 del mese di novembre del
periodico culturale “7M”, diretto da Giuseppe
Dalessandro, ex sindaco di Miglionico ed ex consigliere
regionale. Nel primo articolo Mimì Marinaro descrive con
ammirevole maestria e delicata ironia alcune sequenze
del gioco a carte, quello della “Scopa”, in particolare.
Poi, racconta delle “mitiche” partite a calcio che,
soprattutto nelle calde ore notturne estive, si
svolgevano in piazza, sul marciapiede (sì, proprio sul
marciapiede), tra due squadre “agguerrite”: di solito,
una era capitanata da Franco Casella (il professore);
l’altra, invece, era guidata da Ninuccio Marinaro. Ai
bordi della piazza, gli spettatori non paganti, spesso
“in “delirio” per le prodezze dei vari giocatori,
seguivano con incredibile passione tutte le fasi del
gioco. Tra di essi, non mancava mai il compianto Pino
Mercurio. Spesso, era assente l’arbitro. In tal caso,
erano gli stessi giocatori a svolgerne il compito: erano
arbitri di se stessi. Al seguito c’era anche
l’immancabile “cronista”, lo scrivente. A partita
conclusa, iniziavano le discussioni e le polemiche che
si trascinavano anche fino alle due di notte. Non
mancavano neppure le scommesse che vertevanoanche sugli
argomenti più strani: una volta, Giovanni Finamore (l’ex
vigile urbano) vinse quella riguardante gli spaghetti:
in pochi minuti se ne divorò un chilo! Negli anni
Sessanta e Settanta, più o meno, erano questi i
divertimenti dei ragazzi di allora. Nel secondo
articolo, invece, l’autore parla di temi politici,
economici e culturali ed auspica l’avvento di un
“Umanesimo integrale”, quale linea guida di una società
più libera, democratica e giusta, in cui “l’uomo non sia
contro l’uomo, ma con l’uomo e per l’uomo”. Sono due
articoli “storici” che vale la pena rileggere:
trasmettono emozioni e conoscenze.
Giacomo
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