MIGLIONICO.
Pane pagato per i poveri. A Bari un progetto
sperimentale insieme con i panifici del Municipio 1.
“Quando andate a comprare il pane ricordatevi di
acquistarne un po’ di più per le persone in difficoltà”.
Micaela Paparella lo ripete a tutti quelli che incontra
e lo scrive su tutti i social network. Per il presidente
del Municipio 1 del Comune di Bari l’iniziativa promossa
in sinergia con la Confartigianato assume un aspetto
importantesoprattutto in questo momento di forte crisi
economica ed occupazionale. “Perché sono sempre più
numerose le famiglie – scrive Emiliano Moccia sul
Corriere Sociale (allegato del Corriere della Sera) –che
per mangiare si rivolgono alle mense per i poveri. E
anche l’accesso al pane, per alcuni, può diventare una
meta proibitiva”. Di conseguenza, grazie alla
disponibilità di una quindicina di forni e panifici del
territorio, ha preso il via “Pane Pagato”, l’iniziativa
di solidarietà che consente a donne e uomini in
condizione di disagio socio-economico di ritirare del
pane, pagato da altre persone, negli esercizi che hanno
aderito al progetto. In pratica, all’interno dei negozi
coinvolti nel progetto, che gode del sostegno
dell’associazione Panificatori di Bari e provincia, è
esposto il logo di riconoscimento “Qui pane pagato” e un
contenitore in vista sul bancone nel quale sarà
disponibile il pane a disposizione di chi ne ha
necessità. Un modo per offrire il servizio in modo
discreto, cercando di rispettare la privacy e la
sensibilità di quanti ne hanno bisogno. “Si tratta di un
progetto sperimentale – dice Micaela Paparella – che ci
auguriamo possa diventare una vera e propria abitudine
per i baresi”. Il progetto “Pane pagato” si inserisce
nel progetto più ampio “Social network”, un’iniziativa
del Centro di ascolto per famiglie di San Nicola di Bari
vecchia che, con il sostegno dell’amministrazione
comunale, ha coinvolto una decina di esercizi
commerciali, dalla salumeria alla cartolibreria, dal
parrucchiere alla sanitaria, in cui è possibile comprare
dei beni di prima necessità e lasciarli a disposizione
di chi si trova in una condizione di fragilità
socio-economica..
Giacomo
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