MIGLIONICO.
Raha Moharrak, 30 anni, è la prima donna saudita a
scalare sei delle sette montagne più alte del mondo. E
in cima alle montagne è giunta senza velo. “E’ un
simbolo per la speranza di riforme in Arabia Saudita”,
scrive Viviana Mazza sul Corriere della Sera (30
settembre 2016). “Ha cominciato cinque anni fa, dal
Kilimangiaro. Cercavo – dice –qualcosa di nuovo, non ero
contenta delle aspettative sociali, ovvero che mi
sposassi. Avevo 25 anni. Non volevo cambiare la mia vita
solo perché era previsto dalla società. Ho sentito di
una spedizione sul Kilimangiaro e mi sono incuriosita”.
Si è allenata per due mesi: si faceva portare
dall’autista nel deserto (le saudite non possono
guidare), faceva trekking sulle dune trasportando uno
zaino pieno di sabbia perché, in un Paese che scoraggia
lo sport femminile sin dalle scuole, non c’erano
strutture dove prepararsi. Lo sport è considerato una
cosa da maschi e contro la religione per via
dell’abbigliamento. Il Kilimangiaro è stata la sua prima
vetta. “Mi sono innamorata – dice mi sono sentita a
casa. E sono impazzita, ho deciso di continuare a
scalare”. Ma c’era un problema: la sua famiglia
all’inizio non era d’accordo. In questi mesi le donne
saudite hanno lanciato sui social media una campagna
chiamata: “Io sono la guardiana di me stessa”, contro il
sistema in vigore nel Regno, secondo cui le loro scelte
(dallo studio ai viaggi all’estero alle cure
ospedaliere) dipendono dalla volontà del “guardiano”,
ovvero del maschio (il padre, il marito, il fratello, il
figlio). Le donne “hanno inviato al re 2.500 telegrammi
e una petizione da 14 mula firme”. Vogliono cambiare il
sistema. In montagna Raha non porta il velo e scala
insieme a uomini. “Quando scali – dice – combatti contro
la tua mente, non contro la montagna. Lotti contro
quella voce che ti dice di mollare”.
Giacomo
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