MIGLIONICO.
Elogio dell’artigianato e delle attività commerciali.
Ovvero di un lavoro creativo che ha sempre richiesto
competenze alte sotto il profilo della manualità e della
fantasia. La stima e l’affetto nei confronti di queste
due categorie di lavoratori hanno indotto il prof.
Antonio Labriola e il poeta Mimì Daddiego a
intraprendere, su “Miglionicoweb”,
la ricerca “Artigiani ed esercenti delle attività
commerciali a Miglionico dal 1900”. Un’indagine
colossale che sta suscitando un notevole interesse tra i
miglionichesi, soprattutto tra quelli della “terza età”.
Il segreto? Dove ne va ricercato il successo?
Semplice:sia l’artigianato che il commercio sono stati
dei simboli. Quasi una “carta d’identità” della nostra
vita sociale ed economica negli anni del dopo guerra. Ne
hanno rappresentato la “miniera d’oro”. Unitamente
all’agricoltura. Ne sono stati il “volto”. Quei
lavoratori erano instancabili, senza grandi esigenze.
Costituivano il “perno” umile, ma prezioso e
fondamentale della nostra comunità. Hanno rappresentato
il riscatto e l’orgoglio del nostro paese in un’epoca di
misera economica. Allora, negli anni Cinquanta, parecchi
erano degli
analfabeti: non sapevano né leggere e né scrivere. Ma
sapevano pensare ed agire. Conoscevano l’alfabeto della
vita. Amavano la vita. Sapevano entusiasmarsi per il
loro lavoro. Non si deprimevano davanti alle difficoltà.
Si galvanizzavano di fronte ad un’opera da concludere in
giornata, magari lavorando dieci-dodici ore di fila.
Senza scoraggiarsi. Erano gente normale. Uomini comuni.
Ma immensi. Superdotati per dedizione al lavoro. Senza
riposo, ad eccezione di quello ristoratore delle ore
notturne. E senza ferie. Avevano un modo “musicale” di
esprimersi. Quasi poetico. Roba da “dolce vita”:
ovviamente, nel senso della serenità con cui
affrontavano le difficoltà lavorative. Senza noia. Che
meraviglia! Noi giovani di quell’epoca siamo cresciuti
con il loro esempio. Ci siamo formati grazie a loro,
respirando quell’aria salubre. Vivendo in mezzo a loro.
Non solo tra i banchi di scuola.
Giacomo
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