MIGLIONICO.
“Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdona per tanta
crudeltà!” E’ il messaggio scritto da Papa Francesco sul
registro dei visitatori del campo di sterminio di
Auschwitz-Birkenau (Polonia), istituito dai nazisti nel 1940. Ci
morirono oltre 1 milione e centomila persone. Fu liberato il 27
gennaio 1945 dalle truppe sovietiche: 7 mila furono i
sopravvissuti. E ancora: “La crudeltà non è finita ad Auschiwitz.
(Fonte La Gazzetta Del Mezzogiorno del 30 luglio 2016). Oggi si
tortura la gente, tanti prigionieri sono torturati per farli
parlare. Oggi ci sono uomini e donne nelle carceri
sovraffollate. Dov’è Dio se nel mondo c’è il male, se ci sono
uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati?
Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della
violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando
malattie spietate rompono legami di vita e di affetto?” Ebbene,
a queste domande il Santo Padre ha risposto dicendo che “Dio è
nella sofferenza del nostro fratello. La via della croce è la
via della vita e dello stile di Dio”. E ancora: “Esistono
domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo
guardare a Gesù e domandarlo a Lui”. E la risposta di Gesù è
questa: “Dio è in loro, profondamente identificato con ciascuno.
Egli è così unito ad essi, quasi da formare “un solo corpo”.
Poi, il Pontefice ha precisato che “è nell’accoglienza
dell’emarginato, che è ferito nel corpo e nell’anima che si
gioca la nostra credibilità come cristiani”. Ieri, 29 luglio
2016, Papa Francesco “è entrato ad Auschwitz da solo. In
silenzio, a piedi, a capo chino, gli occhi socchiusi e lucidi.
E’ stata una visita di preghiera muta”. Infine, la riflessione:
“Ma è possibile che noi uomini, creati a somiglianza di Dio,
siamo capaci di fare queste cose? La crudeltà di 70 anni fa si
ripete oggi in tanti posti del mondo dove c’è la guerra”.
Giacomo
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