Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

27.07.2016

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MIGLIONICO
Rapporto tra avidità e felicità

MIGLIONICO. Che rapporto c’è tra l’avidità e la felicità? Ebbene, una ricerca realizzata su un migliaio di cittadini americani con un questionario strutturato sottolinea come il guadagno determini un effetto di incremento di emozioni positive fino a una certa soglia (reddito di circa 70 mila euro all’anno). Ma, oltre questa soglia di guadagno, non si registrano più emozioni positive. Ad inseguire altri guadagni, insomma, si rischia di cadere nell’avidità che non “è fonte di felicità”. In altre parole, l’avido è felice? Pare di no. Questo, almeno, è il parere di un gruppo di psicologi sociali. La conclusione di una loro ricerca pubblicata sul “British Journal of psychology” è la seguente: “Chi è avido non è quasi mai felice, a causa della sua insaziabilità ad accumulare ricchezze materiali. La sua avarizia lo rende un candidato perfetto all’insoddisfazione cronica”. Chi è avido, in altri termini, “si aspetta di essere più felice con più denaro, ma appena raggiunto lo scopo, il suo pensiero, il suo desiderio, le sue aspettative, si “resettano” subito sulla nuova condizione e s’innesca così immediatamente il bisogno di accumulare ancora. Si è di fronte, dunque, a un tratto di carattere decisamente irrazionale, poiché si fonda su un desiderio senza fine che, per definizione, non potrà mai essere soddisfatto. “Il problema è che chi è patologicamente avido difficilmente se ne rende conto”. Conclusione: il risparmio è giusto e sano. Non lo è l’avidità. E’ un problema di dose che, come per i medicinali, fa la differenza fra cura e veleno. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375