MIGLIONICO.
Quaranta. Ad oggi (domenica, 17 luglio 2016) sono ben quaranta
le poesie in dialetto miglionichese scritte dal poeta
miglionichese Mimì Daddiego. Praticamente, un libro. Un
libro che sembra un “romanzo”. Pubblicato a puntate su “Miglionicoweb”,
la splendida “biblioteca” creata 17 anni fa dal prof. Antonio
Labriola.
Sono poesie “verità” che toccano i ricordi dei miglionichesi.
Rispecchiano le vicende reali, i fatti, le cose, i personaggi,
gli usi e i costumi del nostro paese in uno spazio temporale che
va dagli anni del dopo guerra e prosegue, più o meno, fino agli
anni Settanta. Quindi, il contesto sociale di riferimento è
quello degli anni della rinascita e della ricostruzione. Sono
gli anni susseguenti a quelli delle macerie causate del secondo
conflitto mondiale.
Qual è, allora, il “segreto” del successo di questi splendidi
componimenti poetici in vernacolo? Ebbene, sostanzialmente, va
ricercato in tre ragioni. La prima: rappresentano un “tesoro” di
ricordi. Un patrimonio di usi e costumi miglionichesi. Leggere
queste poesie è come prendere visione di un “testamento”, ricco
di aneddoti e di tenerezze. Nelle liriche non c’è niente di
astratto. Ci sono solo fatti concreti. Vicende che danno
“sapore” alla vita. Descrivono il passato. Ma guardano anche al
futuro: indicano i principi guida della vita sociale. Sono il
valore della solidarietà, dell’amicizia, del rispetto reciproco.
La seconda: le poesie ci fanno intraprendere un “viaggio” nei
sentimenti che hanno un forte impatto emotivo. Ci fanno
riscoprire le cose semplici e virtuose del rapporto umano, della
vita sociale di quel periodo storico. Ci fanno ritornare all’età
della giovinezza. La terza: ma la bellezza di queste poesie non
risiede soltanto nella “storia” del paese che ci raccontano. Non
la si coglie solo nelle “scene” palpitanti che descrivono, ma
anche nella delicatezza delle parole. Sono parole incisive e
potenti che vanno direttamente al cuore del lettore. Giacomo
Amati
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