MIGLIONICO.
In questi giorni, prima la poetessa Nunzia Dimarsico e poi, da
Roma, Mimmo Sarli sono scesi in campo per sottolineare,
opportunamente, il valore artistico e letterario delle
meravigliose poesie in dialetto miglionichese, scritte da Mimì
Daddiego e pubblicate su “Milionicoweb”. Giusto così. Mi auguro
che sia loro due sia altri, il prof. Domenico Lascaro (in
primis, al suo ritorno dalle vacanze), magari qualche
insegnante, il sindaco Angelo Buono e i consiglieri comunali,
sia di maggioranza che di minoranza, facciano sentire la loro
voce per commentare un’altra fondamentale iniziativa che, in
questo periodo, sta riscuotendo un rilevante successo. Mi
riferisco alla ricerca “Artigiani e commercianti a Miglionico
nel Novecento”, pubblicata sempre su “Miglionicoweb”, a cura del
prof. Antonio Labriola. Si tratta di un’indagine di notevole
interesse sotto il profilo sociale, culturale ed economico.
Merita la dovuta attenzione. Non si può restare indifferenti di
fronte ad un’iniziativa così. E’ come una mostra di quadri. Una
“Collettiva” di affreschi, entusiasmante e suggestiva. Ci parla
del nostro paese. Ci dice chi eravamo e come eravamo. Ci parla
di “amori finiti”. Che sono come “rinati”. L’artigianato ha
lasciato un segno profondo nel tessuto sociale ed economico del
nostro paese. E’ stato un prezioso “motore” di sviluppo della
comunità. Di conseguenza, questa iniziativa sull’artigianato non
è solo una rassegna storica. E’ anche uno stimolo ai giovani
perché capiscano l’importanza dell’impegno e del lavoro. E’ un
invito ad acquisire la consapevolezza che, sull’esempio dei loro
nonni, anche loro, i ragazzi d’oggi siano capaci di essere
protagonisti e padroni del proprio futuro.
Giacomo Amati |