MIGLIONICO.
Gioia e nostalgia. Sono questi i sentimenti prevalenti che da
alcuni giorni, vivono i lettori più assidui delle poesie in
dialetto miglionichese, scritte dal poeta Mimì Daddiego.
Sono pubblicate, in esclusiva, su “Miglionicoweb”
del prof. Antonio Labriola.
Il “sito-biblioteca” che da 17 anni, ormai, rappresenta il punto
di riferimento, quasi un “compagno di viaggio”, soprattutto, per
i numerosi concittadini che risiedono nelle città italiane e
all’estero. Al centro di questi deliziosi componimenti poetici
c’è la storia di Miglionico. Ci sono gli usi, i costumi, le
tradizioni della nostra popolazione. C’è il racconto di quella
che ne era la vita sociale negli anni del secolo scorso (1900).
Finora, complessivamente, sono state pubblicate 31 liriche:
ieri, martedì 12 luglio, ne sono state messe “in onda” altre
tre. Sono intitolate, “A Frasch”, “U Pustual”, “U Cuannizz”.
Sono versi suggestivi: in essi non ci sono soltanto i segni
della tradizione miglionichese. C’è molto altro: c’è la
testimonianza di un patrimonio di vita. Quello fondato sulle
cose semplici. C’è il racconto di un modo di essere; c’è la
descrizione di come eravamo alcuni decenni fa. Ci sono le nostre
radici. Ecco spiegato, allora, il “segreto” del successo di
queste poesie. Hanno il carattere della “popolarità”. Sono come
dei “flash-back” sulle vicende passate dei miglionichesi. Sono
poesie che si trasformano in un “romanzo popolare”: sono la
documentazione di un passato che, per certi aspetti, vorremmo
che fosse ancora il nostro presente. Per riassaporare il gusto
della vita sociale semplice dei nostri antenati. In fondo,
queste poesie rappresentano una sorta di “love story” col nostro
paese. Per tutte queste ragioni, sarebbe bello, utile, educativo
leggerle e studiarle a scuola, agli alunni, con gli studenti e
gli insegnanti della nostra scuola di base. Giacomo Amati |