MIGLIONICO.
Un successo strepitoso. Di giorno in giorno cresce l’interesse
della comunità nei confronti dell’iniziativa volta a mettere in
risalto il ruolo dell’artigianato all’interno del tessuto
sociale miglionichese. Un’indagine meravigliosa, targata
Antonio Labriola, da seguire quotidianamente su “Miglionicoweb”.
Da alcuni giorni, in verità, mi capita di incontrare in piazza o
per strada alcuni amici che, quasi “a brucia pelo”, mi chiedono
di inserire questo o quel nome di artigiano, questa o quella
fotografia all’interno della rubrica “Artigiani ed esercenti
attività commerciali a Miglionico nel 1900”, quasi fossi io
l’autore di questa splendida ricerca. Per la verità, devo dire
che la cosa mi fa tanto piacere. Ma, contestualmente, non posso
esimermi dal precisare, per una questione di correttezza, che,
nella fattispecie, la paternità dell’iniziativa spetta solo al
prof. Labriola, il quale, nella circostanza, s’è avvalso della
collaborazione del poeta Mimì Daddiego. Ad ogni modo, le
segnalazioni, a chi di dovere, comunque, le faccio. E,
puntualmente, vengono accolte.
A riguardo, devo aggiungere che altri conoscenti, che mi
incontrano per strada, si soffermano a raccontarmi altre storie
di familiari, pure loro tra i protagonisti dell’artigianato
miglionichese. E’ il segnale inequivocabile che l’indagine
sull’artigianato è arrivata diritto al cuore dei miglionichesi.
Perché? Semplice: perché in quel periodo storico, il ruolo
svolto dall’artigianato coinvolgeva ampi strati del tessuto
sociale miglionichese, fino al punto da rappresentarne un vero e
proprio simbolo della rinascita, non solo economica. Le botteghe
artigianali, negli anni del dopo guerra, erano dei luoghi
preziosi, quasi delle “miniere d’oro”: offrivano delle
significative opportunità di lavoro a tanti adolescenti, fino al
punto da cambiarne le prospettive di vita. Rappresentavano delle
vere e proprie alternative al faticoso lavoro bracciantile che
si svolgeva nei campi per tutta la durata della giornata, fino a
quando c’era la luce del sole. Ma il lavoro artigianale
costituiva l’alternativa anche a un altro faticoso lavoro, per
certi aspetti, molto alienante, quello della pastorizia che, in
pratica, per chi lo svolgeva, comportava la rinuncia a
partecipare alla vita sociale della comunità. Senza dimenticare,
che per tanti nostri familiari, l’artigianato rappresentò la via
alternativa a quella dolorosa dell’emigrazione all’estero. Ne
discende che, in quegli anni di miseria diffusa, l’artigianato
seppe essere il settore trainante, il pilastro dell’economia
miglionichese, così come degli altri paesi lucani.
Da qui, dall’aver messo in luce tutti questi aspetti
dell’artigianato, deriva anche la lodevole opera di questa
iniziativa che, sottolineandone il ruolo, sta contribuendo a
farci riappropriare delle nostre radici, della nostra identità
e, quindi, della nostra storia. Giacomo Amati |