MIGLIONICO.
Dopo la questione “Brexit” (uscita) della Gran Bretagna
(Inghilterra, Gallese, Scozia e Irlanda del Nord) dall’UE
(Unione Europea), sancita dal referendum di giovedì scorso, 23
giugno, nei prossimi mesi, si arriverà ufficialmente all’epilogo
del “divorzio”, per la verità, non consensuale, tra le parti in
causa: Unione Europea e Gran Bretagna. Dopo 43 anni, quindi, la
Gran Bretagna ha lasciato l’UE, ponendo la parola fine ad una
“storia d’amore” che, per la verità, non è mai stata degna di
nota. Della questione s’è parlato nell’incontro-dibattito:
“Quali conseguenze, per l’Italia e per l’Europa, produrrà
l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea?”, promosso
dalla locale associazione culturale “La Fucina”. Sul tema si
sono confrontati il prof. Domenico Lascaro, il giornalista del
“Quotidiano” Antonio Centonze e il vigile urbano in pensione
Giovanni Finamore. I tre interlocutori, dopo aver sottolineato
il rischio “dell’effetto domino” che, come un pericolo mortale,
incombe sull’Europa dopo la dichiarazione di divorzio
sottoscritta dagli elettori britannici, hanno osservato come, al
momento, non ci siano “ricette” pronte all’uso, al fine di
prefigurare delle ipotesi volte a rafforzare il legame tra gli
Stati membri dell’UE. Il prof. Lascaro ha auspicato un piano che
“rafforzi la sicurezza e che dia risposte concrete alle
questioni economiche ed a quella dell’immigrazione”. Da parte
sua, Giovanni Finamore ha espresso l’esigenza di potenziare e
migliorare i controlli alle frontiere per evitare che nei Paesi
dell’Europa, si verifichi l’infiltrazione dei terroristi.
“L’Europa sta viaggiando verso l’ignoto – ha puntualizzato
Centonze – in essa stanno prevalendo le logiche nazionalistiche,
protezionistiche che tendono all’isolamento delle nazioni più
forti sotto il profilo economico”. Quindi, ha fatto ricorso ad
una metafora, quella della famiglia, i cui componenti, nel
momento del bisogno, posti davanti a un problema, invece di
unirsi, tendono a fuggire. La conseguenza non può che essere la
disgregazione del nucleo familiare in quanto tale. Qualcosa del
genere, purtroppo, sta accadendo adesso in Europa. Soluzioni:
Lascaro ne ha prefigurate due. La prima: “Bisogna ritornare – ha
precisato il professore –agli ideali di cooperazione e dei beni
sovranazionali che, tanti anni fa, furono indicati dai padri
fondatori dell’Unione Europea”. La seconda: “Servono misure che
diano risposte concrete sui temi del lavoro, della sicurezza e
della solidarietà sociale. Serve un’Europa che sia portatrice di
valori. Serve un’Europa decisa a recupere quell’anima
sovranazionale che ha perso per strada”. Giacomo Amati |