MIGLIONICO.
Il reddito delle famiglie italiane è in calo. Lo rileva
un’indagine della Banca d’Italia. In particolare, nella
relazione annuale presentata da Ignazio Visco, governatore della
Banca d’Italia, si precisa che “le famiglie italiane dipendono
sempre di più dalla ricchezza dei pensionati; il ceto medio si è
assottigliato e le disuguaglianze sono aumentate”. Inoltre, è
stato evidenziato un paradosso: “nonostante negli ultimi
quarant’anni ci sia stato un aumento delle risorse umane, dovuto
soprattutto all’incremento delle donne che lavorano e nonostante
i livelli di istruzione siano fortemente cresciuti, la capacità
del Paese di impiegarle in modo efficiente ha progressivamente
smesso di espandersi. Di conseguenza, il reddito annuo medio
netto pro capite da lavoro dipendente, dopo essere salito fino
alla fine degli anni Ottanta, ha invertito la rotta ed è tornato
al livello di fine degli anni Settanta”. Poi, si osserva come il
“picco fu toccato nel 1989 con circa 20 mila euro l’anno.
Invece, nel 2015 è sceso sotto i 17 mila euro l’anno”. Un
andamento sul quale ha pesato, dice la relazione, anche la
“diffusione di forme di occupazione meno stabile”, vale a dire
il fenomeno del precariato. Quindi, viene evidenziato come nello
stesso arco di tempo, i redditi netti dei pensionati siano
raddoppiati, da 7 mila a oltre 13 mila euro l’anno. In pratica,
con la “recessione post 2007 anche i redditi dei lavoratori
autonomi sono tornati ai livelli di quarant’anni prima e solo
ora si stanno riprendendo”. Infine, il governatore Visco ha
affermato che “l’ipotesi di garantire un reddito minimo non è
sostenibile dal punto di vista finanziario. Se si ipotizzasse di
dare 500 euro al mese ad alcune specifiche categorie di
cittadini, si finirebbe per creare un meccanismo disincentivante
nella ricerca del lavoro e se venisse dato a ciascun cittadino,
inclusi bambini e anziani, per 12 mesi, avrebbe un peso pari al
20% del Pil”. Giova precisare che il “Pil” (Prodotto interno
lordo) è il “valore monetario totale dei beni e dei servizi
prodotti in un Paese da parte degli operatori economici”.
Giacomo Amati |