MIGLIONICO.
Porte sempre aperte in chiesa. E’ l’appello che, nei giorni
scorsi, Papa Francesco ha rivolto a tutti i vescovi e ai parroci
d’Italia. Il Santo Padre, memore della sua lunga esperienza di
prete a Buenos Aires (Argentina) ha auspicato una Chiesa “senza
orari, senza chiusure, in modo da rispondere in qualunque
momento alle esigenze dei fedeli e, comunque, di quanti ad essa
si rivolgono in stato di necessità”(fonte Gazzetta Del
Mezzogiorno). In particolare, il Pontefice ha precisato: “A me
fa male al cuore quando vedo l’orario delle parrocchie, poi non
c’è porta aperta, non c’è il prete, non c’è diacono, non c’è
laico”. Da parte sua, l’arcivescovo di Potenza Salvatore Ligorio
ha sottolineato come la disponibilità verso gli altri sia la
natura stessa della Chiesa e ha puntualizzato: “Sono d’accordo
per mentalità, per convinzione con le parole del Papa. La Chiesa
deve saper accogliere; nel mio impegno pastorale ho sempre messo
al primo posto questo aspetto”. Questo stesso spirito di
accoglienza, in verità, è emerso dalle dichiarazioni di altri
sacerdoti: “Era ora!”, ha esclamato don Franco Corbo. L’invito
di Papa Francesco va visto anche come disponibilità a “tenere il
cuore aperto senza discriminazioni, senza mai abbandonare
nessuno”. Bisogna risolvere, però, il problema della sicurezza:
in tante chiese sono custodite numerosi tesori d’arte che vanno
tutelati e salvaguardati. Serve una Chiesa sempre aperta, ma in
piena sicurezza. In tal senso, servirebbe la disponibilità di
tanti volontari pronti a vigilare durante le ore notturne. Ma,
al di là degli aspetti organizzativi, il Santo Padre,
verosimilmente, ha voluto dire che i sacerdoti devono essere
sempre pronti ad accogliere chi ha bisogno di aiuto. Il senso
della comunicazione del Pontefice, quindi, va colto come
“messaggio d’amore e di disponibilità verso il prossimo che non
può avere e non deve avere orari”. Giacomo Amati |