MIGLIONICO.
Cambia la famiglia italiana. I nuovi scenari ce li svela l’Istat
(Istituto statistica italiano) nel suo rapporto annuale sulla
“Famiglia-Welfare”. Giova precisare chela famiglia viene
“fotografata” non dal “lato del mutamento degli stili di vita,
ma nel suo ruolo di soggetto economico”. Eccone gli aspetti
salienti: in un solo anno, dal 2014 al 2015, le “famiglie
jobless” (quelle che vivono senza redditi da lavoro) sono
aumentate dal 9,4 al 14,2% e le più colpite dall’assenza di
lavoro si trovano nella fascia generazionale giovane. “I nuclei
parentali che hanno al loro interno più di un occupato sono
scesi dal 45,1 al 37,3% e anche le famiglie con un solo membro
che lavora regolarmente sono calate dal 31,4 al 29,3%.
All’interno di questa quota cresce il fenomeno delle “breadwinner”,
ovvero delle donne che portano loro a casa “il pane per tutti”.
Poi. Il “Rapporto” svela un altro dato significativo: la
famiglia in Italia è stata un potentissimo “ammortizzatore
sociale”. In pratica, “ha redistribuito al suo interno i redditi
che venivano dagli stipendi dei padri e dalle pensioni dei
nonni, assicurando che i figli potessero avere una continuità
degli standard di vita anche quando, una volta finita la scuola,
non riuscivano a debuttare nel mondo del lavoro”. Ultima
annotazione: il “Rapporto” presenta anche il cosiddetto fenomeno
“Neet”, costituito da quei giovani che “non studiano e non
lavorano e sono costretti a restare nella casa paterna non si sa
fino a quando”. E’ancora molto diffusa, infine, la tendenza a
“privilegiare il lavoro impiegatizio purchessia”.
Giacomo Amati |