MIGLIONICO.
Emergenza cinghiali in Basilicata. La proliferazione di questi
animali selvatici è eccessiva. Secondo i dati in possesso
dall’Osservatorio regionale degli habitat naturali, popolazioni
faunistiche e biodiversità del dipartimento regionale
dell’Ambiente, scaturiti da un censimento effettuato nel 2015, i
cinghiali presenti nel territorio regionale “sarebbero 123 mila,
ovvero, un cinghiale ogni quattro abitanti e mezzo”. Ma il
territorio di Basilicata potrebbe dare “ospitalità in maniera
sostenibile” soltanto a 23 mila cinghiali. La loro “eccessiva
proliferazione in Basilicata (fonte La Gazzetta Del Mezzogiorno)
è attribuita all’immissione sul territorio lucano di cinghiali
non autoctoni a scopo venatorio. Animali molto più prolifici di
quelli nostrani, che hanno trovato nelle numerose aree protette
istituite in Basilicata, terreno fertile per riprodursi e
prosperare. Al punto da competere con l’uomo per il cibo e per
il territorio”. Adesso, i cinghiali costituiscono un pericolo:
invadono campi coltivati, si avvicinano ai centri abitati e
mettono a rischio l’attività agricola, ma anche la circolazione
sulle strade”. Ogni anno la Regione stanzia 300 mila euro sul
fronte dei risarcimenti dei danni causati dalla fauna selvatica.
Da qui la necessità di individuare delle soluzioni per risolvere
questo grave problema. In verità, della questione si parla già
da alcuni anni e dal 2014 sono entrati in azione i “selecontrollori”,
cioè “i cacciatori che hanno conseguito uno speciale brevetto
che li autorizza a svolgere battute di caccia al cinghiale anche
in aree protette, proprio per mettere un freno all’eccessiva
crescita della popolazione del cinghiale. Fino a ieri, ai
selecontrollori era consentito operare soltanto in due periodi
dell’anno, mentre quest’anno il regolamento permette la caccia
anche nelle aree parco, durante tutti i periodi. Invece, chi non
ha il patentino di selecontrollore dovrà accontentarsi del
periodo di apertura della caccia al cinghiale, solitamente dalla
fine di agosto alla fine di dicembre”. Giacomo Amati |