Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

18.05.2016

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MIGLIONICO
La Cei boccia la legge sulle "Unioni civili"

MIGLIONICO. La “Cei” (Conferenza episcopale italiana) boccia, senza mezzi termini, la legge sulle “Unioni civili” che, nei giorni scorsi, è stata approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati. Motivo: si tratta di un provvedimento che “sancisce di fatto un’equiparazione al matrimonio ed alla famiglia” (fonte La Gazzetta Del Mezzogiorno). In particolare, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella relazione all’assemblea dei vescovi, ha sottolineato come le differenze tra il matrimonio e le unioni civili siano “solo dei piccoli espedienti nominalisti, degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale: la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile, profittando di condizioni di povertà”. Parole e pensieri condivisi da Roberto Calderoli (Lega Nord), Gaetano Quagliariello e Maurizio Gasparri, per il quale, la legge sulle unioni civili “apre la strada all’utero in affitto ed alle donne schiave”. Da qui la proposta: la legge va cambiata. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il cardinale Camillo Ruini che, in merito, esprime un giudizio nettamente negativo: “Equiparare al matrimonio le unioni civili – ha precisato il cardinale Ruini – significa stravolgere dei parametri fondamentali a livello biologico, psicologico, etico. E’ un problema gravissimo per l’Italia. Ma lo è anche per la Chiesa che non può disinteressarsi del bene della gente. Già adesso si stanno moltiplicando le sentenze giudiziarie che legittimano le adozioni e purtroppo non ci sarà bisogno di attendere molto per qualche pronunciamento europeo che parifichi del tutto le unioni civili al matrimonio”. Da parte sua, Matteo Salvini, leader della Lega, ha precisato che questa legge “è l’anticamera delle adozioni gay”. Al presidente della Cei, però, sono arrivate anche delle critiche: “Il cardinale Bagnasco – ha detto Riccardo Magi (segretario dei radicali italiani) – è ormai un disco rotto. Le sue critiche servono soltanto a segnare l’abisso che lo separa dalla realtà italiana”. Giacomo Amati

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