MIGLIONICO.
In Italia si diffonde, sempre di più, la cultura della
solidarietà. In particolare, cresce la voglia di donare
“coccole” a beneficio dei bambini “neonati lasciati negli
ospedali perché rifiutati dalla famiglia o sottratti ai genitori
o lungodegenti”. Lo rileva un’indagine a cura dell’associazione
volontari “Onlus-I bambini Dharma” di Brescia, a cui sono
pervenute oltre mille richieste per frequentare i corsi di
formazione per diventare donatori di coccole. Ma, chi sono i
“donatori di coccole”? Sono persone, uomini e donne, che “si
prendono cura e danno attenzioni, affetto, carezze, sorrisi,
abbracci e giochi ai bambini costretti a stare in un letto di
ospedale. Inizialmente erano stati pensati per assistere i
bambini abbandonati alla nascita e quelli maltrattati in
famiglia e dati in cura ai servizi sociali. Poi, l’associazione
ha allargato l’iniziativa a tutta l’area pediatrica, per i
bambini destinati a trascorrere, da soli, tantissime ore della
giornata, in ospedale”. In pratica, il progetto è nato dall’idea
della ricerca scientifica dello psicoanalista austriaco
RenèSpitz, che dimostra che i bambini “in condizioni di
deprivazione affettiva vanno incontro a danni irreversibili dal
punto di vista motorio, affettivo, del linguaggio e dello
sviluppo intellettuale”. Proprio per ovviare a questi traumi e
coccolare i neonati abbandonati dalle due alle sei settimane di
vita è nato il progetto dell’associazione italiana “I bambini
Dharma” di Brescia. “I bambini abbandonati in ospedale sono
“bambini invisibili”, afferma Giovanna Castelli, presidente
dell’associazione. Quest’ultima è fiorita di giorno in giorno
grazie all’entusiasmo di tantissimi volontari che “donano tempo
e cuore e regalano felicità”. Resta da precisare che per
diventare “donatori di coccole” bisogna frequentare dei corsi di
formazione ed acquisire gli elementi conoscitivi basilari di
puericultura, di psicologia e di pedagogia.
Giacomo Amati |