Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

10.05.2016

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ROMA. Nel corso della cerimonia del conferimento del Premio internazionale “Carlo Magno”
Memorabile discorso di Papa Francesco

MIGLIONICO. Nei giorni scorsi, nel corso della cerimonia del conferimento a Papa Francesco del Premio internazionale “Carlo Magno” per l’impegno a favore della pace nel mondo e della difesa dei diritti umani, il Santo Padre ha pronunciato un memorabile discorso che quasi tutti i commentatori hanno paragonato al famoso discorso, “I Have A Dream” (Io ho un sogno) tenuto da Martin Luther King (28 agosto 1963), in cui veniva espressa la speranza che un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei bianchi. Fonte Gazzetta Del Mezzogiorno,eccone i passaggi più significativi. “Sogno un nuovo umanesimo europeo – ha sottolineato il Pontefice – un’Europa capace di essere ancora madre perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane. Sogno un’Europa in cui essere migrante non è un delitto e dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, dove sposarsi e avere figli è una responsabilità ed una gioia, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro stabile. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”. Poi, il Santo Padre, rivolgendosi all’Unione Europea, s’è chiesto: “Cosa ti è successo madre dei diritti umani? Paladina della democrazia e della libertà? Cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli”? Infine, il Pontefice ha auspicato un’Europa capace di dare alla luce un “nuovo umanesimo”, fondato su tre capacità: la capacità di integrare, di dialogare e di generare. “Il volto dell’Europa non si distingue nel contrapporsi ad altri, ma nel portare impressi i tratti di varie culture e la bellezza di vincere le chiusure. La pace sarà duratura nella misura in cui armiamo i nostri figli con le armi del dialogo. In tal modo, potremo lasciare loro in eredità una cultura che sappia delineare strategie non di morte ma di vita, non di esclusione ma di integrazione. Questa cultura del dialogo dovrebbe essere inserita nel curriculo scolastico, come asse trasversale delle discipline di studio”. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375