Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

13.03.2016

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MIGLIONICO
Malumore tra gli olivicoltori all'importazione di olio d'oliva tunisino

MIGLIONICO. C’è malumore tra gli olivicoltori miglionichesi. L’Ue (Unione europea) ha dato il via libera all’importazione, senza il pagamento del dazio, a 70 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino in Europa. Trentacinque mila tonnellate arriveranno subito (entro il 2016); le altre 35 mila tonnellate, invece, arriveranno nel prossimo anno. Si tratta di una quantità di olio che andrà ad aggiungersi alla quota “dell’oro giallo” (altre sessantamila tonnellate), già importata negli anni precedenti. C’è il timore che tale iniziativa faccia svalutare il mercato oleario italiano e, di conseguenza, anche quello dei contadini miglionichesi che producono olio biologico. Non a caso, Miglionico ha ottenuto il prestigioso riconoscimento attestato dal premio “Città dell’olio”. Inoltre, si ipotizza il rischio di alimentare le sofisticazioni del prodotto. Da qui la protesta sia degli olivicoltori sia delle associazioni degli agricoltori. Proteste che, in verità, sono state condivise dal ministro italiano delle “Politiche agricole”, Maurizio Martina che ha dichiarato di essere “fermamente contrario a qualsiasi aumento permanente del contingente di olio importato dalla Tunisia”. Di diverso parere, invece, è l’europarlamentare lucano, Gianni Pittella che ha osservato come la questione dell’olio tunisino non possa avere alcuna incidenza e nessuna ripercussione negativa sul mercato dell’olio italiano, precisando che ci sarà un “impatto zero”. Per la precisione, il presidente del gruppo dei socialisti e dei democratici ha detto che le “35 mila tonnellate di olio tunisino rappresentano il 2,2% della produzione europea, quindi nulla”. Infine, il parlamentare europeo lucano ha puntualizzato che “bisognava dare un segnale alla Tunisia che è l’unico Paese che sta impedendo la penetrazione dell’Isis in Europa”. Giacomo Amati

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