MIGLIONICO.
Continuano a divampare le polemiche in casa Pd. A scatenarle,
questa volta, sono state le elezioni per le primarie del
centrosinistra, volte alla scelta del candidato sindaco per il
Comune di Napoli. Domenica scorsa si sono sfidati Antonio
Bassolino (69 anni) già sindaco di Napoli e presidente della
Regione Campania e l’on. Valeria Valente (39 anni) che, col
sostegno dei vertici del partito, ha vinto le primarie con sole
452 preferenze in più di quelle ottenute da Bassolino. Lunedì
scorso, però, un video trasmette delle riprese televisive che
evidenziano come diverse persone siano pronte a dare ai votanti
il denaro necessario (1 euro) per esprimere la preferenza. Da
qui l’accusa alla maggioranza del segretario Matteo Renzi di
“comprare” i voti a favore della candidata Valeria Valente. Da
parte sua, Bassolino sospetta che il voto non sia stato
“regolare” e inoltra ricorso che, però, viene respinto dalla
commissione di garanzia, con la seguente motivazione: “Il
ricorso è stato presentato oltre il termine massimo”. Quindi,
Valeria Valente viene dichiarata ufficialmente vincitrice delle
primarie. Ma la minoranza che fa capo all’ex segretario Pie
Luigi Bersani è “indignata”. Il sindaco Luigi de Magistris dice:
“Le immagini del video sono chiare, è profondamente squallido
ciò che è successo”. Beppe Grillo parla apertamente di
“compravendita di voti” e invita i cittadini a “denunciare il
Pd”. E Matteo Salvini parla di “primarie a pagamento. Che
vergogna”. Ma il segretario Matteo Renzi non ci sta e invita la
sinistra interna a scegliere da che parte stare, precisando :
“Non si può stare in un partito e dare addosso ai candidati
scelti con le primarie”. Chi ha ragione? Giacomo Amati |