Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

14.02.2016

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MIGLIONICO
Data referendum antitrivelle scontenta le forze politiche

MIGLIONICO. Il Consiglio dei ministri, nei giorni scorsi, ha fissato per domenica 17 aprile la data per votare il referendum anti-trivelle. Tale decisione, però, ha causato il malcontento di quasi tutte le forze politiche di opposizione ed anche della sinistra del Pd, nonché quello delle associazioni ambientaliste. Tra le ragioni della contestazione, ne spiccano due. La prima: la data del 17 aprile non coincide con quella della elezioni amministrative che, quest’anno, riguardano parecchi Comuni, tra cui, ci sono quelli di Milano e Roma. Ne deriva il sospetto che tale data possa essere stata scelta dal Governo Renzi con l’intento occulto di ridurre il più possibile il numero dei partecipanti al referendum. In tal modo, si andrebbe incontro al rischio di vedere fallire il referendum per il “mancato raggiungimento del quorum”. La data del 17 aprile, inoltre, non consente “l’election day”, cioè di votare in un’unica giornata sia per il rinnovo di parecchie Amministrazioni comunali sia per il referendum. Di conseguenza, non unificando in un’unica data i due appuntamenti elettorali, si spenderebbe la somma di 300 milioni di euro in più. Ne deriva che già questa ragione sarebbe sufficiente per scegliere “l’election day”. La seconda ragione: mancando poche settimane alla data del 17 aprile, ci sarebbe troppo poco tempo per poter informare al meglio i cittadini su di un problema oggettivamente delicato qual è quello riguardante la tutela dell’ambiente, caratterizzato da risvolti complessi. Giova precisare che cinque anni fa, nel 2011, era stato proprio l’attuale ministro Dario Franceschini, allora capogruppo del Pd, ad accusare il Governo Berlusconi di “buttare 300 milioni di euro” per non aver accorpato l’elezione per il referendum e quella per le amministrative. Da qui la domanda: è possibile che ancora oggi, in un periodo di difficoltà economica, si facciano “giochi politici” così autolesionistici? Non resta che augurarsi, allora, che, al fine di evitare un inutile spreco di denaro pubblico, il Consiglio dei ministri possa riconsiderare la sua scelta, unificando le due elezioni in un’unica data. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375