MIGLIONICO.
Viviamo nella cosiddetta “società liquida” (priva di legami
profondi e duraturi), contrassegnata da un “pensiero debole”
(che disconosce i valori tradizionali, quelli assoluti, cioè
validi per tutti e per sempre). In un tessuto sociale così
caratterizzato, il mosaico è completato da “partiti politici di
plastica” (partiti acchiappa tutto, delle tessere, pure loro
liquidi), in cui si entra e da cui si esce in poco tempo, a fine
corsa, come si fa con i taxi. A suffragare questa visione, ecco
le dichiarazioni di “fuoco” rilasciate, in questi giorni, da
alcuni esponenti di spicco della minoranza del Pd, quella che fa
capo all’ex segretario Pier Luigi Bersani. I bersaniani si
sentono quasi “assediati” dagli “amici di Cuffaro” che, nei
giorni scorsi, si sarebbero tesserati a centinaia nel Pd
siciliano. Da qui il sospetto secondo cui si vorrebbe candidare
alle prossime elezioni regionali siciliane sia alcuni candidati
vicini all’ex governatore siciliano, Salvatore Cuffaro, sia
altri candidati vicini all’on. Denis Verdini, ex di Forza
Italia. Se ciò fosse vero, dalle liste del Pd verrebbero
depennati, forse, alcuni esponenti della sinistra del Pd? In
pratica, la situazione politica che si sta prefigurando
porterebbe alla nascita di un nuovo partito, detto della
“Nazione”? Un’ipotesi, questa, che non convince l’ex on. Walter
Veltroni. “ Se il Pd diventa altro da sé, dice Veltroni - perde
pezzi e rinuncia all’ambizione maggioritaria. Meglio perdere che
perderci”. A rincarare la dose ci pensa l’on. Gianni Cuperlo che
precisa: “ Se pezzi organizzati della destra scelgono di entrare
nel Pd, allora, il Pd non è più il nostro partito”. Da parte
sua, l’on. Bersani minaccia l’addio e dice: “ Non siamo un porto
aperto”. Insomma, lo spettro della scissione “torna ad agitare
il Pd”. Ma il segretario Matteo Renzi è intenzionato a trovare
una strada che riconsegni al Pd l’unità perduta. Vuole evitare
la “frammentazione” del partito, nella consapevolezza che
l’ipotetica situazione di “guerriglia” tra le varie componenti
del suo partito non giovi a nessuno. Insomma, che succede al Pd?
Giacomo Amati |