Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

4.02.2016

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MIGLIONICO - Istituto comprensivo "Don Donato Gallucci"
"Basta compiti a casa nella scuola a Tempo Pieno"
 

MIGLIONICO. “Basta compiti a casa nella scuola a Tempo Pieno. Sono troppi!” In sintesi, è il pensiero indignato e di protesta di molti genitori che vogliono proteggere i diritti dei loro figli, soprattutto dei più piccoli, ad avere la possibilità di riposarsi o di dedicarsi alle attività creative e ludiche proprie della loro età, dopo aver trascorso a scuola otto ore per svolgere le attività didattiche. Il problema è tornato d’attualità in questi giorni: entro il prossimo 22 febbraio, le famiglie, che dovranno iscrivere i propri figli alla prima classe della scuola primaria, sono chiamate a fare la scelta relativa all’opzione organizzativa del tempo scuola. Molti genitori vorrebbero scegliere la scuola a “Tempo Pieno” che implica una permanenza a scuola, da parte dei bambini, per otto ore giornaliere, dal lunedì al venerdì, col sabato da trascorrere a casa con la propria famiglia. Alcuni genitori, però, nutrono dei dubbi, a causa della mole dei compiti che qualche insegnante ancora si ostina ad assegnare per casa. Da qui le lamentele: “Perché – si chiedono i genitori – certi insegnanti vogliono demandare a noi quello che è un loro compito essenziale: insegnare agli alunni a studiare ed a imparare?” Ne deriva che alcuni genitori per “aiutare” i figli, si sostituiscono a loro nello svolgimento dei compiti. Va in scena la farsa: i genitori diventano alunni. Sempre meglio che litigare. Bisogna sapere, infatti, che spesso, in famiglia, si scatenano persino dei veri e propri conflitti tra genitori e tra genitori e figli, a causa del mancato o tardivo svolgimento dei compiti. Si tratta, quindi, di un problema serio, al centro, tra l’altro, di circolari e documenti ministeriali che invitano gli insegnanti a non assegnare compiti scolastici da svolgere a casa, soprattutto “per il giorno successivo a quello festivo”. Per non parlare, poi, dell’articolo 31 della “Convenzione sui diritti del fanciullo” che  riconosce al bambino “il diritto al riposo ed al tempo libero”. Cosa bisogna fare di più? C’è solo da sperare che certi insegnanti abbiano l’umiltà di mettersi in discussione, nella consapevolezza che “la libertà di ciascuno, finisce quando comincia quella dell’altro”. Giacomo Amati

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