MIGLIONICO.
Un religioso geniale ed autorevole,
don Mario Spinello,
93 anni, da oggi è “Cittadino benemerito” della comunità
miglionichese, ove, per ben 42 anni, dal 1965 al 2007, ha
guidato la parrocchia della chiesa di Santa Maria Maggiore. Il
prestigioso riconoscimento, la più alta benemerenza a livello
municipale, gli è stato conferito dal sindaco Angelo Buono (Pd),
nel corso del Consiglio comunale, riunitosi nell’auditorium del
Castello del Malconsiglio, in seduta straordinaria. E’ stato un
grande atto d’amore, condiviso con voto unanime e commosso dalla
civica assemblea, rivolto a un uomo che, per decenni, ha saputo
amare Miglionico con tutto se stesso, contribuendo a renderlo
migliore. La poliedrica ed autorevole personalità di don
Spinello, religioso, insegnante, scrittore, storico, esperto di
musica ed arte, è stata mirabilmente illustrata prima dal
sindaco Buono e poi dalle numerose e commosse testimonianze che
hanno messo in evidenza le numerose doti umane, educative e
culturali di un uomo che ha fatto la storia di Miglionico e il
cui nome, don Mario Spinello, resterà scolpito per sempre nel
cuore dei miglionichesi. Appassionati e di alto spessore
culturale sono stati gli interventi sia dei consiglieri
comunali, Antonio Digioia, Michele Piccinni,
Antonio Perrino e Anna Maria Manzara, sia del
prof. Antonio Labriola, del prof. Giuseppe Ventura,
dell’ins. Maria Pecora, dell’ex senatore Saverio
D’Amelio, sindaco di Ferrandina, dell’ex sindaco di
Miglionico Vincenzo Borelli, di don Rocco Rosano,
parroco di Pisticci, e di mons. Pier Domenico Di Candia,
reggente vicario della diocesi di Matera-Irsina.
Alla cerimonia pubblica celebrativa della straordinaria
personalità del religioso hanno presenziato autorità civili,
religiose e militari, tra cui, il prefetto di Matera Antonia
Bellomo, gli ex sindaci di Miglionico, Francesco
Veneziano e Maria Signorella, unitamente a don
Mark Anthony Stanislaus, parroco di Miglionico. “Don Mario –
ha precisato il sindaco Buono – ha contribuito a rendere
migliore il nostro paese, rendendolo culturalmente più evoluto.
Ha dimostrato di saperlo amare, prendendosi cura dei suoi
innumerevoli problemi”. Poi, tra la commozione generale, gli ha
donato una pergamena ed una targa ricordo per testimoniare i
sentimenti di gratitudine nei suoi confronti da parte della
comunità. “Don Mario è stato la luce di questo paese”, ha
osservato don Rocco Rosano. Un protagonista inimitabile di una
storia affascinante ed unica. Una storia fatta anche di impegno
sociale e civile: non potrà essere dimenticata. Mai. Potrà
essere d’esempio. Un modello di cui far tesoro. Magari, da
imitare. Giacomo Amati |