Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

17.01.2016

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MIGLIONICO - Una domanda al politologo Domenico Lascaro
Cosa fare per rinvigorire il dibattito democratico a Miglionico?
 

MIGLIONICO. La passione civile per la politica, sin dagli anni del dopo guerra, per alcuni decenni, ha sempre contraddistinto la comunità miglionichese, fino al punto da costituirne uno degli elementi distintivi, unitamente alla cultura del lavoro ed al senso della famiglia. In particolare, negli anni Settanta ed Ottanta, in paese esistevano ben sette sezioni politiche: erano quelle della DC (Democrazia Cristiana), del PCI (Partito Comunista Italiano), del PSI (Partito Socialista Italiano), del PSDI (Partito Social Democratico Italiano), del MSI (Movimento Sociale Italiano), del PRI (Partito Repubblicano Italiano) e del PLI (Partito Liberale Italiano). Erano delle vere e proprie fucine di idee, luoghi di incontri e di dibattito culturale e politico. Rappresentavano anche degli ambienti di aggregazione sociale e di formazione, soprattutto per i giovani. Adesso, quel fervore di idee sembra essersi dissolto e l’impegno politico concepito sia come riflessione sui problemi che caratterizzano la nostra società sia come proposta volta alla loro soluzione viene espresso da poche persone. In pratica, nel nostro paese è sparito il dibattito politico. Caro politologo, in passato, più volte, ti sei già occupato di questo aspetto e ne hai analizzato le cause. La mancanza di politica causa un impoverimento del dibattito democratico ed una sorta di “desertificazione” del pensiero. Cosa potrà fare e quale ruolo, sotto il profilo culturale, potrà svolgere realmente, all’interno della comunità, la tua ultima “creatura”, “La Fucina”, per ribaltare la tendenza alla rassegnazione e dare un nuovo vigore al celebre principio cartesiano: “Cogito ergo sum” (Penso dunque esisto)? Un caro saluto. Giacomo Amati

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