MIGLIONICO.
La passione civile per la politica, sin dagli anni del dopo
guerra, per alcuni decenni, ha sempre contraddistinto la
comunità miglionichese, fino al punto da costituirne uno degli
elementi distintivi, unitamente alla cultura del lavoro ed al
senso della famiglia. In particolare, negli anni Settanta ed
Ottanta, in paese esistevano ben sette sezioni politiche: erano
quelle della DC (Democrazia Cristiana), del PCI (Partito
Comunista Italiano), del PSI (Partito Socialista Italiano), del
PSDI (Partito Social Democratico Italiano), del MSI (Movimento
Sociale Italiano), del PRI (Partito Repubblicano Italiano) e del
PLI (Partito Liberale Italiano). Erano delle vere e proprie
fucine di idee, luoghi di incontri e di dibattito culturale e
politico. Rappresentavano anche degli ambienti di aggregazione
sociale e di formazione, soprattutto per i giovani. Adesso, quel
fervore di idee sembra essersi dissolto e l’impegno politico
concepito sia come riflessione sui problemi che caratterizzano
la nostra società sia come proposta volta alla loro soluzione
viene espresso da poche persone. In pratica, nel nostro paese è
sparito il dibattito politico. Caro politologo, in passato, più
volte, ti sei già occupato di questo aspetto e ne hai analizzato
le cause. La mancanza di politica causa un impoverimento del
dibattito democratico ed una sorta di “desertificazione” del
pensiero. Cosa potrà fare e quale ruolo, sotto il profilo
culturale, potrà svolgere realmente, all’interno della comunità,
la tua ultima “creatura”, “La Fucina”, per ribaltare la tendenza
alla rassegnazione e dare un nuovo vigore al celebre principio
cartesiano: “Cogito ergo sum” (Penso dunque esisto)? Un caro
saluto. Giacomo Amati |