MIGLIONICO.
Cinquanta postazioni video racconteranno il rapporto della gente
lucana con la loro terra in un periodo storico di novant’anni,
quello compreso tra il 1860 e il 1950, che va dall’Unità
d’Italia all’inizio della “Riforma fondiaria”. Una mostra unica
per contenuti e l’inedita modalità d’attuazione. Come nessuno
aveva fatto mai. Si dispiega in un modo assolutamente innovativo
il
progetto/mostra dal titolo, “Terra di Lucania. Racconti di
contadini e padroni”, a cura della “Fabers” di Matera,
presentato lo scorso 30 aprile nelle sale del castello del “Malconsiglio”.
Presenti, tra gli altri, il sindaco Angelo Buono (Pd), che ha
fatto gli onori di casa, e il sindaco di Tricarico, Lina
Marchisella, unitamente al collega di Ginosa, Vito De Palma e
all’assessore comunale alla “Cultura”, Domenico Calabrese del
Comune di Bernalda. I contenuti salienti della rassegna
culturale sono stati mirabilmente illustrati dall’archeologa
Chiara Prascina, dal dr. Giambattista Sassi e dal prof. di
Storia contemporanea Gaetano Morese presso l’Università degli
studi di Basilicata. Al centro della mostra c’è il tema della
“Civiltà contadina”, della terra, dell’agricoltura, quale
settore primario dell’economia lucana. La mostra si fonda su di
un progetto culturale realizzato in collaborazione con la
Soprintendenza archivista per la Basilicata e la Puglia, diretta
dal dr. Michele Durante e si avvale del patrocinio del Gal
Bradanica (Gruppo d’azione locale), presieduto da Leonardo
Braico. “L’elemento fondante che fa da filo conduttore della
mostra – ha sottolineato l’incantevole Chiara Prascina – è
costituito dalla storia della popolazione lucana che nel corso
degli anni s’è confrontata con varie situazioni di criticità,
quali l’incubo della malaria, lo spettro della disoccupazione e
il deleterio fenomeno dello spopolamento del territorio, causato
dall’emigrazione”. Da parte sua Giambattista Sassi ha spiegato
che la “Fabers” è un’impresa culturale che, “con il
partenariato dell’Università della Basilicata e del Dipartimento
culture europee e del Mediterraneo, opera nei settori
archeologico e museale. In vista di Matera 2019, sta lavorando a
un progetto di aggregazione culturale su scala regionale”. Poi,
il prof. Gaetano Morese ha spiegato che la mostra, “Terra di
Lucania” è un “racconto trasposto in mostra che vuole creare una
rete tra i comuni della Basilicata. Il filo letterario è quello
tracciato da Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti, Rocco
Scotellaro, Manlio Rossi Doria ed Emilio Sereni. Un’antologia
del pensiero lucano e sulla Lucania attraverso le opere di Carlo
Levi ed Ernesto De Martino”. In definitiva, “Terra di Lucania” è
un “racconto che si fa mostra - ha rimarcato l’archeologa
Prascina – narrando il faticoso rapporto delle genti lucane con
la terra. E’ un racconto di braccianti e padroni, contadini e
signori, quelli che, pur vivendo l’uno accanto all’altro non si
toccano mai, per dirla con Rossi Doria. La mostra è itinerante:
“Non vuole essere visitata, ma visitare – ha sapientemente
sottolineato Prascina – per raccontare i lucani ai lucani: ha
l’obiettivo di riportare la Lucania ai lucani sparsi per il
mondo”. Giacomo Amati |