MIGLIONICO. Azione da “secessione dell’Aventino” in
Consiglio comunale che, presieduto dal sindaco Angelo
Buono (Pd), s’è riunito giovedì scorso, nell’auditorium
del castello del “Malconsiglio”. I consiglieri di
minoranza del M5S, subito dopo l’insediamento
dell’assemblea cittadina, hanno abbandonato l’aula
consiliare in segno di protesta. Motivo: hanno ritenuto
insufficienti i tre giorni previsti per la consultazione
degli atti in relazione agli argomenti in discussione
nella seduta consiliare, a carattere straordinaria. Al
centro dei lavori della civica assemblea figuravano
quattro argomenti: l’attuazione del “Paes” (Piano
d’azione per l’energia sostenibile), predisposto dalla
Provincia di Matera, con l’intento di ridurre i consumi
energetici. Il secondo e il terzo argomento, invece,
riguardavano l’approvazione del “Piano di fabbricazione”
del centro storico cittadino e della zona agricola, il
cui obiettivo consiste nel prevedere le strutture
ricettive e le attività volte a sostenere il settore
turistico. Infine, al quarto punto figurava la nomina
della commissione “219” che dovrà smaltire le ultime
pratiche burocratiche riguardanti i finanziamenti
correlati alla ricostruzione degli stabili danneggiati
dal terremoto del 1980. I primi tre argomenti sono stati
approvati col solo voto favorevole della maggioranza di
centrosinistra; il quarto, invece, è stato rinviato per
l’impossibilità di nominare, all’interno della
commissione consiliare, un rappresentante del gruppo di
minoranza. Il clamoroso atto di abbandono dell’aula
consiliare richiama alla mente la protesta della guerra
civile tra i “plebei” e i “patrizi” del popolo romano.
Ovviamente, nella fattispecie, le attuali ragioni
“belliche” tra i due gruppi consiliari dell’assemblea
civica miglionichese sono di tutt’altro spessore. Da una
parte, i consiglieri comunali “grillini” rimproverano il
sindaco Buono di non garantire la giusta democrazia.
“Chiedevamo un semplice rinvio di alcuni giorni del
Consiglio per studiarne meglio gli atti all’ordine del
giorno” – precisa il capo gruppo, Antonio Digioia. Da
parte sua, il primo cittadino, nel respingere le accuse
del M5S, le ritiene “strumentali”. Le loro azioni
politiche “mettono al primo posto i loro interessi di
bottega e non quelli della comunità miglionichese.
C’erano della scadenze da rispettare - precisa il
sindaco - e non sussistevano validi presupposti per
approfondire lo studio degli argomenti in discussione in
virtù della semplicità della loro consistenza”.
Giacomo Amati |