MIGLIONICO.
Poco più di due anni fa, con la benedizione
di mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo
della diocesi di Matera-Irsina, riapriva al
culto la chiesa del SS. Crocifisso,
adiacente all’annesso ex convento di San
Francesco e all’ex palazzo municipale. Il
sacro edificio era rimasto chiuso, perché
inagibile, a causa dei danni provocati dal
terremoto del 23 novembre del 1980, per ben
32 anni. La cerimonia d’inaugurazione,
presenti, tra gli altri, il sindaco Angelo
Buono e sua eccellenza Ligorio, rappresentò
un “evento storico”, salutato con grande
soddisfazione da tutti i fedeli
miglionichesi. Ebbene, dal giorno della
riapertura, la chiesa è stata utilizzata
poche altre volte. Da qui la volontà della
comunità di vederla aperta e funzionante. Ne
discente l’appello a don Giuseppe Tarasco,
affinchè, in assenza di elementi ostativi,
valuti la possibilità di accogliere
benevolmente la richiesta. “Sarebbe
sufficiente – osserva Mario Marinaro
– che la chiesa venisse aperta ed utilizzata
anche poche volte al mese, per dare la
possibilità sia ai fedeli che ai turisti di
poterla visitare ed assistere, ogni tanto,
alla celebrazione dei riti religiosi, nel
pieno rispetto di quelli che sono le
necessità organizzative della locale
comunità parrocchiale”. Giova ricordare che
per l’esecuzione dei lavori di
ristrutturazione e di consolidamento della
chiesa sono stati spesi ben 305 mila euro.
Il sacro edificio ha una superficie
complessiva di 420 metri quadrati, con una
dimensione in altezza di 9 metri; quella del
campanile, invece, è di 23 metri; inoltre,
la chiesa è lunga 24 metri ed è larga 17
metri. Con i lavori di restauro furono
effettuati sia un nuovo impianto idrico sia
quelli elettrico, termico, audio e persino
dell’anti furto. Da parte sua, l’architetto
Vito Lascaro, che ne curò la direzione
dei lavori, spiega che “l’intervento di
consolidamento delle murature portanti fu
fatto mediante l’utilizzo della fibra di
carbonio”. Resta da precisare che la chiesa
fu edificata nel lontano 1439, a seguito
dell’assenso pontificio emesso da papa
Eugenio IV. Poi, nel 1683, grazie all’opera
del religioso padre Eufemio da Miglionico,
il luogo di culto fu ampliato con la
creazione di una piccola navata, a fianco di
quella centrale. E’ utile osservare, infine,
come gli elementi di arredo siano stati
collocati, all’interno del sacro edificio,
nel pieno rispetto delle sue caratteristiche
architettoniche francescane, ispirate ad
un’estrema semplicità ed austerità, tanto
che pure i corpi illuminanti risultato
essere il più possibile neutri, benchè
funzionali. Giacomo
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