17 Marzo 1861 - 17 Marzo 2021
Centosessant'anni dalla proclamazione dell'Unità d'Italia

 

Nel 2011 per il150° anniversario dell’unità d’Italia ho dato un mio piccolo contributo sulle pagine di questo sito web. Era il momento di maggiore diffusione della propaganda antiunitaria. Pur evidenziando alcuni punti cruciali di questo capitolo della nostra storia,affermavo che i Lucani dovevano festeggiare il 150° anniversario dell’unità d’Italia con spirito risorgimentale e pertanto l’Italia risorgimentale doveva rendere onore ai vinti. Il 17 marzo 1861 era una data da ricordare perché nasceva ufficialmente l’Italia. Miglionico aveva contribuito, con uomini provenienti da ogni ceto sociale, a questa pagina del nostro risorgimento. Un gruppo di rivoluzionari,capeggiati dal mazziniano Avv. Giambattista Matera,partecipavano  all’insurrezione di Potenza,avvenuta il 18 agosto 1860,  contro I Borboni.Dieci anni dopo ,nel 2021, ho potuto appurare alla luce di  nuove letture  un grande contributo da parte di storici alla tesi unitaria. Documentazioni accurate hanno dato risposte riguardanti i gravi problemi di questa fase storica. ll brigantaggio, che  ne facevano  parte contadini, pastori e braccianti,  con a capo Carmine Croco,  caldeggiava in Lucania la protesta contro il nuovo stato unitario. Crocco in realtà non aveva  tra i suoi fini la redistribuzione delle terre. Un fatto è verificare la povertà delle popolazioni meridionali e lo sconforto per la non distribuzione delle terre demaniali, altra cosa è considerare il brigantaggio come manifestazione di lotta di classe. Come giustamente afferma l’amico e concittadino Ettore Cinnella da”Italiani per forza” di Dino Messina:“Una lettura socialisteggiante del brigantaggio antiunitario, come ha notato Ettore Cinnella nella sua bella biografia di Carmine Crocco(Carmine Crocco, un brigante nella grande storia) è del tutto fuorviante”. Le bande dei briganti avevano il sostegno dei notabili filo borbonici con grossi finanziamenti. Il periodo del brigantaggio lucano, dal1862 al 1864, è qualificato dallo storico Ettore Cinnella  il ferocissimo“malandrinaggio politico”.

La vulgata antiunitaria parla di vergogna nazionale per il forte di Fenestrelle  e per il paese di Pontelandolfo. Leggendo le problematiche relative a Fenestrelle e Pontelandolfo emergono versioni contrastanti. Non sono uno storico,bensì appassionato di storia, e sono convinto che la storia si fa con documentazione accertata e veritiera e tale modo di pensare  mi porta alla determinazione di affermare i miei ideali risorgimentali. Il sedici agosto 1860 si costituisce a Corleto Perticara(Lucania) il primo moto della rivoluzione unitaria nel Sud continentale alla vigilia dello sbarco di Garibaldi in Calabria. L’undici Agosto 1861 quarantuno soldati italiani vengono massacrati dai briganti con   l’aiuto della popolazione a Pontelandolfo e Casalduini.Il quattordici agosto  1861 i due paesi del Sannio vengono dati alle fiamme per rappresaglia su ordine del generale Cialdini. Secondo i documenti di archivio, vengono uccisi a Pontelandolfo 13 civili,[1] nessuna strage come da vulgata filo borbonica e come da opinione dominante. La storia deve fare i conti.(inopportunamente  anch’io ho parlato di massacro ). Sui prigionieri borbonici nel forte di Fenestrelle si sono gonfiati i dati delle vittime.  Il 160° anniversario dell’unità d’Italia è stato scavalcato dalle triste notizie causate dalla pandemia del Covid 19.Un grazie a tutti coloro che stanno combattendo contro questo invisibile virus.

Viva  l’Italia!

Roma 17 Marzo 2021                                   Mimmo Sarli
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[1] Dino Messina  “Italiani per forza”


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