La grande Luna |
MIGLIONICO.
Non a caso ho scelto di intitolare queste mie riflessioni a un evento
cosmico che ha visto il satellite della terra nel punto più vicino al
suo pianeta. E’ accaduto due giorni fa, domenica tre dicembre. La luna,
evento eccezionale che si ripete a distanza di lunghi periodi,
trovandosi nella distanza minima dalla terra, assume una dimensione
molto più grande di quella che normalmente appare. Di conseguenza la sua
luce si fa più chiara e illumina come non mai le notti “scure e
tenebrose”.
Nello stesso giorno si è verificata una concomitanza di eventi, oltre a
quello di ordine celeste. Almeno due di essi meritano un doveroso
commento perché, similmente alla luna, hanno contribuito a gettare una
luce di chiarezza nel panorama nebuloso della politica italiana. Mi
riferisco in primis alla convention svoltasi a Roma per iniziativa del
Mdp-art.1, Sinistra italiana e movimento “Possibile” di Pippo Civati,
con l’obiettivo di incoronare Pietro Grasso quale candidato Premier alle
prossime elezioni. Altrettanto interesse, almeno dal mio punto di vista,
ha suscitato la dichiarazione di Pier Ferdinando Casini intesa a
invocare un rassemblement di tutte le forze moderate in funzione anti
populista, contro la Lega di Salvini e contro i “patrioti” di Giorgia
Meloni.
Come accennato, è positivo che si cominci a fare chiarezza nel groviglio
inestricabile delle politica italiana. Oltre all’aver scongiurato il
“pericolo” di ritrovarsi insieme a Renzi nella battaglia elettorale,
finalmente l’arcipelago delle forze alla sinistra del Pd ha trovato
un’intesa per dare vita a un nuovo, unitario soggetto politico e aver
indicato Grasso come candidato (vincente?) nella competizione del marzo
2018.
Ho sperato fino all’ultimo che un minimo senso di responsabilità
portasse i novelli scissionisti a mettere da parte i risentimenti
personali per affrontare, insieme col Pd, il difficile momento
elettorale. Così non è stato. Hanno voluto isolare Renzi, ma non sono
riusciti a formulare un progetto credibile di sviluppo economico e
sociale che conquistasse il cuore e la mente dell’intero popolo
italiano. Ho seguito con estrema attenzione tutti gli interventi
dell’assemblea ma, tranne le invettive contro Renzi da parte di D’Alema
, Civati, Speranza e molti altri che gli hanno attribuito tutti i mali
dell’Italia, non è emersa alcuna seria proposta che indicasse
concretamente la soluzione degli annosi e gravi problemi degl’italiani.
Solo slogan astratti, ripetuti fino all’inverosimile, per evocare
lavoro, sanità e scuola, senza indicarne modalità e risorse. Per tutto
il rispetto che ho per il Presidente del Senato, anche il suo discorso è
risultato “vecchio”, sia nei toni che nei contenuti; pieno solo di buoni
auspici e di speranze evanescenti. Oltre a ripetere per l’ennesima volta
lo slogan “Liberi e uguali” (nome proposto per il nuovo soggetto
politico), non ha indicato alcun obiettivo concreto da realizzare.
L’unica preoccupazione è sembrata la volontà di superare il 10% dei
voti. Per fare cosa? Governare con chi?
A parte le lacrime della signora Grasso, che hanno emozionato tutta
l’assemblea, sono emersi solo tristezza e rancore nei confronti del
“traditore” Renzi che hanno amalgamato una platea galvanizzata dal nuovo
“idolo”, Pietro Grasso. Sarò certamente prevenuto nei confronti di un
progetto che, finalmente, intende unire tutte le forze alla sinistra del
Pd, ma il mio desiderio era quello di vedere unito tutto il popolo del
centro-sinistra, il solo capace di bloccare i populismi e gli
avventurieri dell’ultima ora.
Mi resta solo la speranza che dalle buone intenzioni venga fuori una
nuova visione del mondo e della società, capace di generare nuova
fiducia nei giovani e contribuire, in futuro, insieme con le altre forze
democratiche, a rimettere in sesto un paese che da decenni è “una nave
senza cocchiere”. Spero altresì che con la rentrée di tutti gli ex
comunisti, da D’Alema a Bassolino, da Nichi Vendola a Fabio Mussi etc.,
non si ripetano gli effetti nefasti prodotti dagli eventi del 1990 che
portarono alla scissione di Rifondazione Comunista dal vecchio PCI.
Accenno ora all’altro fatto che ha caratterizzato la giornata politica
del tre dicembre: l’idea di Casini di voler raggruppare sotto un unico
soggetto tutta l’area moderata, da Alfano a Fitto, passando per
Quagliariello e Verdini, che non si rivede né nel progetto di Berlusconi
di intruppare tutti nel calderone di una destra onnivora, né tantomeno
nel leghismo di Salvini e nel populismo dei 5Stelle. La proposta va
oltre la semplice aggregazione elettorale e auspica una vera alleanza
col Pd renziano. Lo scopo dichiarato è formare un blocco moderato e
riformatore, capace di spezzare le ali dei partiti estremisti e inserire
l’Italia a pieno titolo nel contesto europeo.
Dare altresì una mano al giovane Macron in attesa che anche la Germania
risolva i suoi problemi interni. E’ uno spiraglio che si apre nel caos
indecifrabile dei problemi italiani. Se chiarezza va fatta, è bene non
perdere altro tempo. Già troppo ne ha perso Pisapia per andare dietro ai
veti di D’alema e Bersani. L’avevo avvertito (scusate la presunzione):
rischi di cadere nella fossa dei leoni, se dai retta alle profferte
degli amici che hanno voltato le spalle a Renzi e che ti hanno piantato
in asso.
Non è più tempo di tergiversare in attesa di chissà quali decisioni e di
dismettere il suo perenne atteggiamento ondivago. Sentite la sua ultima
dichiarazione: celebrare il matrimonio con Renzi, a condizione di
accordare preventivamente il divorzio. E’ questo, in parole povere, il
senso di una proposta, quanto mai equivoca, di alleanza col Pd. Ormai
s’è capito fin troppo bene: il “Campo progressista” ha preso un’altra
strada rispetto alla “Cosa rossa” (Oddio, chiedo scusa, “Liberi e
uguali”). Perciò, caro Pisapia, è ora di decidersi. Ho apprezzato fin
dall’inizio il tuo tentativo di unire sotto un unico “Campo” gli
“spezzoni” democratici e liberali che non si ritrovavano con le istanze
della Sinistra estrema e con il “dinamismo” di Renzi.
Ora però, sembra che tu voglia mollare tutto e mandare in fumo tutto
quello che hai costruito finora. Non arrenderti. Dai una mano al Pd per
scrivere insieme un programma che contenga pochi punti, ma chiari e
concreti: per riprendere lo spirito iniziale della Buona Scuola, attuare
la vera meritocrazia; dare dignità al lavoro, perseguire un’Europa unita
per davvero. Non per ultimi difendere l’ambiente e la salute dei
cittadini, e porre mano seriamente alle riforme istituzionali. (Scusate
se è poco).
Con il blocco moderato auspicato da Casini, con l’appoggio
indispensabile anche di Pisapia, l’apporto determinante del Partito
Democratico, sono convinto che si potrà formare un forte polo
riformatore, capace di competere senza complessi di inferiorità e
vincere una partita che si preannuncia difficile e dagli esiti
estremamente incerti. Chiudo queste mie estemporanee considerazioni,
rivolgendo ancora una volta un “disinteressato consiglio” a Renzi. Ormai
non ha più alibi. Non c’è più nessuno che ponga veti alla sua
candidatura a Premier.
Perciò rinunci autonomamente a candidarsi, almeno per questo giro, per
riacquistare fiducia e credibilità in un elettorato che non ha capito
fino in fondo le sue reali capacità e il suo spirito innovatore. Non
disperi. Ha tutto il tempo e la possibilità, se lo vorrà, per dare un
fattivo contributo alla soluzione dei problemi del Paese. Non meno
importante dovrà essere il suo impegno per rimettere ordine
nell’organizzazione del Partito, bisognoso come non mai di nuove regole
democratiche, indispensabili per riavvicinare i giovani alla politica e
consentire una reale partecipazione popolare alla elaborazione delle
idee politiche.
Miglionico 5.12.2017
Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it) |
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