MIGLIONICO.
Non penserai, caro Giacomo, che alla mia età mi metta a cantare. Ho
voluto iniziare con questo titolo, parafrasando un verso di una canzone
di Antonello Venditti, per rivolgere un tributo alle donne in vista
della festa dell’otto marzo. Prima, però, apro una breve parentesi per
rispondere alle tue sollecitazioni riguardanti la nuova bufera scatenata
dai “tesseramenti sospetti” del Pd campano, su cui chiedi preoccupato il
mio giudizio. Mi dispiace deluderti, ma quei “sinistri pensieri”, con
cui ho chiuso il precedente articolo, non si riferivano a quanto
accaduto nel Pd di Napoli circa la compra-vendita delle tessere.
Erano ben altri i pensieri che occupavano la mia mente. Ne ha parlato
tutta la stampa, per cui mi astengo dal fare commenti, per non dare
giudizi affrettati su fatti sui quali spetta alla Magistratura indagare.
Certamente l’episodio delle tessere “pre-pagate” è un atto gravissimo,
non degno di un partito che si definisce “democratico”. Però, non
esageriamo, è pur sempre un episodio circoscritto; per giunta accaduto a
Napoli. I napoletani, si sa, sono gente creativa e ricca d’inventiva.
Non è il caso di drammatizzare più di tanto; sappiamo bene come vanno
queste cose. Non voglio dire che “così fan tutti” ma, come si dice, chi
è senza peccato scagli la prima pietra.
Del resto, caro Giacomo, da ex democristiano sai bene come vanno certe
cose, siamo uomini di mondo, Giggì. Non è né il primo caso, né l’ultimo;
l’importante è andare avanti e lavorare perché tali brutture non si
ripetano. Aggiungo, non è che una simile pratica non meriti tutta la
disapprovazione di chi crede in una politica onesta e gestita
moralmente, ma sono altri i problemi che ci devono preoccupare. Ne ho
fatto cenno in tanti altri interventi per cui non ritengo opportuno
ripetermi, anche perché devierei dall’argomento che mi son posto:
l’imminente festa della donna che si celebra domani otto marzo. Lo scopo
non è quello di fare un ennesimo omaggio alle donne in occasione della
loro festa, ma porre un problema reale e universale allo stesso tempo.
L’occasione m’è data dalla lettura dell’ultimo libro di Aldo Cazzullo:
”Le donne erediteranno la terra”. Attraverso la vita e l’esempio
d’innumerevoli donne che, dall’antichità fino ai nostri giorni, l’Autore
evidenzia come l’azione delle donne ha condizionato il corso della
storia. Egli evoca il genio delle figure femminili del passato e del
presente, storie di grandi artiste e di figlie che salvano i padri e ne
custodiscono la memoria; di donne-soldato che si travestono per
combattere in tutte le guerre. Parla delle moltitudini di mamme e di
spose che, nei periodi bellici, hanno sostituito gli uomini in tutte
quelle mansioni che in tempi normali sono prerogativa dei soli maschi.
“Il nostro sarà il secolo del sorpasso” della donna sull’uomo, è scritto
sul frontespizio dell’opera. I segni sono evidenti: Angela Merkel a
Berlino e Theresa May a Londra sono alla guida delle due nazioni più
potenti d’Europa. L’Italia resta ancora un paese maschilista, ma le
sindache di Roma e Torino, la Raggi e l’Appendino, la Presidente della
Camera, Laura Boldrini ( auguri di pronta guarigione, Presidente)
l’astronauta più nota al modo, la Cristoforetti, e la scienziata più
importante, Fabiola Gianotti fanno ben sperare in un futuro di parità.
“Le donne erediteranno la terra”, ripete Aldo Cazzullo, perché sanno
guardare lontano, sacrificarsi, prendere cura della terra e dell’uomo;
perché sono determinate e non arroganti, sanno dissimulare l’arroganza
con l’ironia e non perdono mai la speranza.
Suor Tosca Ferrante, da parte sua, afferma: erediteranno la terra coloro
che sono in grado di amarla e mantenerla a beneficio di tutti. In
politica sono meno corrotte, hanno più forte il senso del bene comune e
si battono meglio per la verità e la memoria ( si pensi alla sorella di
Stefano Cucchi, alla madre di Giulio Reggeni, e a Valeria Solesin che ha
dato all’Italia una lezione di dignità). Per chiudere con l’omaggio alle
donne e introdurre un argomento di più urgente attualità, evidenzio un
altro motivo di elogio che Cazzullo rivolge alle donne: sentono più
forte l’amore per l’Italia, proprio perché hanno il senso della
famiglia.
Il riferimento all’attualità italiana cade a proposito. In particolare
mi preme rilevare la situazione che si è creata nel Partito Democratico,
dopo l’abbandono di alcuni sponenti della minoranza. Tranne qualche
figura femminile, i fuorusciti sono quasi tutti maschi. Non è un caso
perché, come afferma la scrittrice Denise Pardo, “nel caos Pd la donna
tace. La diaspora a sinistra è tutto uno scontro tra galli maschi. Le
voci femminili sono poche, timide, incerte. Nella storica casa della
sinistra, radice della parità di genere, la voce delle donne è diventata
ciclotimica. E ha latitato sbigottita di fronte ai maschi, pennuti
litigiosi rossi e bianchi in combattimento tra loro”.
Come è noto, a contendersi la leadership del partito sono tre
concorrenti maschi, Matteo Renzi, Michele Emiliano, Andrea Orlando.
Persone degne e capaci di rappresentare il partito e, in prospettiva,
riprendere la guida dell’Italia. Personalmente non ho ancora deciso per
chi votare. Aspetto di leggere e confrontare i rispettivi programmi per
farmi un’idea di chi avrà meritato il mio voto. A questo punto qualcuno
potrebbe chiedermi: che cosa centra con l’omaggio alle donne il
congresso del Pd? Centra eccome. Sarà pure una provocazione la mia, ma
sarebbe del tutto auspicabile che una donna potesse aspirare alla
segreteria del Pd. Non solo perché le donne possiedono le qualità
evidenziate nell’opera di Cazzullo, soprattutto perché una donna
potrebbe funzionare da elemento unificante fra i tre concorrenti maschi
e riportare nel partito la serenità e la speranza di cui le donne sono
capaci.
Purtroppo al momento non c’è nessuna che possa svolgere questo ruolo.
C’è stato per un istante il tentativo di Giovanna Salerno, ma è stato
fatto fallire sul nascere. Servirebbe una Giorgia Meloni “piddina”. Per
ora è una mera illusione che possa accadere, giacchè il potere è tutto
nelle mani dei maschi. Non si tratta di fare un piacere alle donne, è un
atto irrinunciabile di civiltà e di dovere morale riconoscere appieno il
valore costituzionale della donna, sgombrando il campo da pregiudizi e
complessi di superiorità. Molto si è fatto, ma parecchio resta ancora da
fare. Termino con l’augurio che si possa attribuire a tutte le donne la
completa parità da secoli negata.
Miglionico 7.03.2017
Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)
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