MIGLIONICO
Referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016

Ricevo da Vincenzo D'Ambrosio e pubblico il presente articolo.
AI LUCANI D’ITALIA E NEL MONDO

La Basilicata, in occasione del referendum “anti trivelle” dell’aprile scorso, fu l’unica regione in cui si superò il quorum del 50% di partecipazione popolare e oltre il 96% dei suoi cittadini si espresse contro l’uso delle piattaforme petrolifere nei nostri mari. A questi e a quei centomila cittadini che nel 2003, marciando sulla Jonica una intera giornata, sventarono il tentativo di fare di Scanzano una discarica di scorie nucleari, sento il dovere di fare un appello.
Tra qualche settimana saremo chiamati a votare sulla tanta discussa e contrastata riforma costituzionale. Se la riforma fosse approvata le materie come l’ambiente, l’energia e il turismo diventerebbero di esclusiva competenza del Governo. Verrebbe meno cosi ogni controllo da parte di Regioni ed Enti Locali su materie d’importanza capitale per I cittadini e per noi lucani in particolare. La nostra regione, che ha già ha subito gravi danni all’ambiente per l’estrazione del petrolio senza registrare significativi miglioramenti sotto l’aspetto economico, si troverebbe esposta alle scorribande delle multinazionali del petrolio, visto che l’attuale governo sembra agire come una loro lobby; ne fa prova lo scandalo ancora al vaglio della Magistratura che costrinse una ministra alle dimissioni. Ci sarebbe poi da temere anche per quanto riguarda il problema delle scorie nucleari. Il Governo ha continuato a rinviare più volte la decisione sul sito nel quale stoccare le scorie ed facile pensare che il problema sia stato rinviato furbescamente a dopo l’eventuale approvazione della riforma costituzionale per potere avere poi mani libere. Se a pensare male non c’è male, è facile temere che la nostra Regione possa diventare, anche per i precedenti,” l’agnello sacrificale” della situazione.
Coerenza vorrebbe quindi che, almeno chi nell’aprile scorso votò contro l’uso di piattaforme e trivelle, chi marciò a Scanzano contro il deposito delle scorie nucleari, votasse con un NO grande quanto una casa il prossimo 4 dicembre. Sarebbe un bel segnale a difesa una volta tanto dei legittimi interessi della nostra Terra mai tutelati adeguatamente da una classe politica regionale incapace e servile. Per il resto, si tratta di una riforma, nel migliore dei casi, inutile. Se gli organi costituzionali funzionano male è solo colpa di una classe politica in buona parte costituita da corrotti e da “cangiabandiere”. Sono circa duecento quelli che hanno cambiato casacca nell’attuale Parlamento. Bisognerebbe cercare di migliorare la qualità della politica piuttosto che ridurre gli spazi di democrazia degli enti locali che operano sul territorio. Per fare questo non occorre stravolgere la Costituzione!!
Trovo comunque comprensibile la preoccupazione di molti per i possibili conseguenze per dopo referendum e sui possibili contraccolpi sulla grave crisi economica da cui l’Italia non riesce ad uscire nonostante i tanti sacrifici che nel frattempo ci sono stati imposti.
È bene tenere presente, che se dalla nostra crisi non usciamo, questo non è dovuto al cattivo funzionamento degli organi costituzionali ma per i lacci che sono stati imposti alla nostra economia dai trattati europei e dalla moneta unica. La classe politica, che ha governato il paese negli ultimi 30anni, ha venduto pezzi di sovranità popolare fondamentali per uno Stato, quale la politica monetaria e creditizia, di recente anche il controllo sulla gestione delle nostre banche. Ci siamo legati cosi mani e piedi al carro dell’U.E che, cosi come funziona purtroppo, è destinata prima o dopo a fallire. Anziché sbraitare in Italia e poi andare con la coda tra le gambe in Europa, come fa il nostro “Mago delle tre carte e delle bugie”, sarebbe invece necessario chiedere l’apertura di un negoziato, come ha fatto la Gran Bretagna, per una revisione dei trattati europei e sul funzionamento della BCE. Se non si avessero risposte adeguare in tempi ragionevoli, allora bisognerebbe preparsi ad una uscita ordinata almeno dall’euro, prima che tutto diventi più difficile.
LUCANI “LA BASILICATA, PRIMA DI APPATENERE ALL’ITALIA, È TERRA NOSTRA DA SECOLI. DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO A DECIDERE SE E COME UTILIZZARE LE SUE RISORSE. DIFENDIAMOLA CON UN SECCO NO IL 4 DICEMBRE.
NB: Se non vi ho convinto con le argomentazioni sopra riportare, ricordatevi di un nostro vecchio detto popolare: “Con nu si ti acchia in brèe cun nu NO ti acchia in Pace!!”
“Con un si può perdere un’amicizia o un rapporto d’affari, con un NO riesci invece a conservarli.” IN CASO DI DUBBIO, MEGLIO DIRE NO! MEGLIO VOTARE QUINDI NO!

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