L’altro turismo
La terra di Ettore Fieramosca Conte di Miglionico
A spasso nei dintorni del castello del Malconsiglio che si affaccia sulla valle del Bradano

MATERA. Già prima di lasciare la Matera - Ferrandina, lo vedi in alto il castello di Miglionico, il paesino affacciato come da un belvedere sulla valle del Bradano, di fronte a Matera, cui è stata sempre strettamente collegata. È il primo dei quattro paesi che, posti in alto sui colli, (Miglionico a 451 rnt., Grottole a 481 m., Grassano a 515 e Tricarico a 698) vengono costeggiati dalla via Appia che corre, salendo, scendendo e curvando, come sulle montagne russe, lungo i crinali delle colline delle valli del Basento, del Bradano e del Bilioso. Liberato dalle casupole che lo circondavano dal podestà Fedele De Novellis, alla fine degli anni Trenta, il quadrato e turrito maniero sembra voler proteggere con la sua mole l'antico paesino che si nasconde alle sue spalle, allungandosi su una collinetta. È noto come il Castello del Malconsiglio, perché in esso si riunirono il primo ottobre 1481 alcuni baroni del regno di Napoli per una congiura contro il loro re, Fordinando I d'Aragona su invito di Girolamo Sanseverino, barone di Miglionico. Negli ultimi tempi qualcuno, forse per farsi perdonare i ritardi dei lavori, si è inventato la Sala del Mal Consiglio in cui si dovettero riunire i cospiratori che tanti, e per tanto tempo, hanno sempre cercato invano, perché, pare, distrutta dal terremoto del 1857. Il castello, entrato nella “grande” storia, oggetto di infiniti consolidamenti e restauri, può essere visto solo dall'esterno con un giro, purtroppo nemmeno completo, lungo le alte mura e le torri possenti. Sullo stemma di Miglionico sono incise le misteriose 7 M che secondo un'antica in-terpretazione dovrebbero significare Milo Magnus Miles Munivit Miglionicum Magnis Muris, cioè “Milone, grande soldato, munì Miglionico di grandi mura”. Una leggenda vuole che Miglionico fosse fondata dal mitico atleta (oltre che filosofo e condottiero) Milone di Crotone, da cui prese il nome e che la munì con ben tre cinte murarie e tre castelli a difesa delle tre porte di Grottole, di Pomarico e di Santa Sofia. Nonostante le manomissioni, anche recenti, siano ben visibili parte della cinta muraria e qualche torre. Gli amministratori non hanno realizzato una stradina anche se solo pedonale che potesse consentire una passeggiata attorno al centro storico con la vista sulla valle del Bradano e sull'invaso di San Giuliano con la diga che sbarra il fiume e la boscosa oasi faunistica che lo circonda. Non è leggenda, ma storia il fatto che Miglionico per un breve periodo (1504-1507) fu donata come premio a Ettore Fieramosca, il valoroso capitano dei tredici cavalieri italiani, vincitore nella celebre Disfida di Barletta contro altrettanti cavalieri francesi. A Ettore Fieramosca fu dato sul campo, in aggiunta ai titoli nobiliari e feudali, il titolo di Conte di Miglionico.

La nostra guida
Miglionico si trova a 27 km. dal capoluogo Può essere visitata comodamente in un fine settimana, il pomeriggio di sabato o la mattina di una domenica e scendere poi per un pic-nic o per un pranzo al sacco attorno all'invaso di S: Giuliano che offre innumerevoli posti dove potersi comodamente fermare all'ombra degli alberi e vicino all'acqua, quando c'è. In alternativa, attorno a San Giuliano, si trovano ben 5 agriturismi dove si può mangiare, e in alcuni, anche dormire. La data adatta può essere il 29 giugno, durante la festa patronale dei SS. Pietro e Paolo. All'ingresso di Miglionico, dalla parte del castello si possono acquistare salumi dagli anziani fratelli Rago. Si può trovare anche la carne di capretto introvabile a Matera, perché i macellai locali dicono che i materani non gradiscono o non conoscono quella carne saporitissima e con poco grasso, ovunque richiesta.

I consigli utili
In attesa che il Castello del Malconsiglio con i suoi torrioni rotondi, venga aperto, anche se solo in parte, dopo il giro attorno ad esso merita una visita alla scoperta del piccolo borgo antico, ben conservato. Come ancora chiuso nella cinta muraria, è ricco di chiese, portali, campanili, vicoli, piazzette con case, alcune anche medioevali, dalle forme più svariate, con portali e finestre di pregio. Non può mancare una visita alla Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, dal ricco portale ogivale, dove si può ammirare, tra l'altro, il celebre e splendido polittico di Cima da Conegliano, restaurato recentemente, che nel 1962 per una mostra fu sottratto nottetempo ai miglionichese. Guida impareggiabile può essere l'anziano, ma sempre dinamico arciprete della Chiesa Madre, don Mario Spinello (tel. 0835 / 55.95.21) cultore della storia di Miglionico, arrivato dalla nativa Padova al seguito del vescovo mons. Vincenzo Cavalla.
Già prima di lasciare la Matera - Ferrandina, lo vedi in alto il castello di Miglionico, il paesino affacciato come da un belvedere sulla valle del Bradano, di fronte a Matera, cui è stata sempre strettamente collegata. È il primo dei quattro paesi che, posti in alto sui colli, (Miglionico a 451 rnt., Grottole a 481 m., Grassano a 515 e Tricarico a 698) vengono costeggiati dalla via Appia che corre, salendo, scendendo e curvando, come sulle montagne russe, lungo i crinali delle colline delle valli del Basento, del Bradano e del Bilioso. Liberato dalle casupole che lo circondavano dal podestà Fedele De Novellis, alla fine degli anni Trenta, il quadrato e turrito maniero sembra voler proteggere con la sua mole l'antico paesino che si nasconde alle sue spalle, allungandosi su una collinetta. È noto come il Castello del Malconsiglio, perché in esso si riunirono il primo ottobre 1481 alcuni baroni del regno di Napoli per una congiura contro il loro re, Fordinando I d'Aragona su invito di Girolamo Sanseverino, barone di Miglionico. Negli ultimi tempi qualcuno, forse per farsi perdonare i ritardi dei lavori, si è inventato la Sala del Mal Consiglio in cui si dovettero riunire i cospiratori che tanti, e per tanto tempo, hanno sempre cercato invano, perché, pare, distrutta dal terremoto del 1857. Il castello, entrato nella “grande” storia, oggetto di infiniti consolidamenti e restauri, può essere visto solo dall'esterno con un giro, purtroppo nemmeno completo, lungo le alte mura e le torri possenti. Sullo stemma di Miglionico sono incise le misteriose 7 M che secondo un'antica in-terpretazione dovrebbero significare Milo Magnus Miles Munivit Miglionicum Magnis Muris, cioè “Milone, grande soldato, munì Miglionico di grandi mura”. Una leggenda vuole che Miglionico fosse fondata dal mitico atleta (oltre che filosofo e condottie¬ro) Milone di Crotone, da cui prese il nome e che la munì con ben tre cinte murarie e tre castelli a difesa delle tre porte di Grottole, di Pomarico e di Santa Sofia. Nonostante le manomissioni, anche recenti, siano ben visibili parte della cinta muraria e qualche torre. Gli amministratori non hanno realizzato una stradina anche se solo pedonale che potesse consentire una passeggiata attorno al centro storico con la vista sulla valle del Bradano e sull'invaso di San Giuliano con la diga che sbarra il fiume e la boscosa oasi faunistica che lo circonda. Non è leggenda, ma storia il fatto che Miglionico per un breve periodo (1504-1507) fu donata come premio a Ettore Fieramosca, il valoroso capi¬tano dei tredici cavalieri italiani, vincitore nella celebre Disfida di Barletta contro altrettanti cavalieri francesi. A Ettore Fieramosca fu dato sul campo, in aggiunta ai titoli nobiliari e feudali, il titolo di Conte di Miglionico. Domenico Riccardi (La Gazzetta del Mezzogiorno del 20 Giugno 2002)

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