MILANO.
«Il tesoro d’Italia» apre oggi i battenti, con il tradizionale
taglio del nastro programmato per le ore 17, ad Expo, nel
padiglione di Eataly Sì, perché la mostra delle 250 opere d’arte
italiane selezionate da Vittorio Sgarbi, è stata concordata con
il patron di Eataly, Oscar Farinetti, che ha messo a
disposizione un’ampia superficie sopra la sua catena di
ristoranti attivi nel sito Expo.
Fra le 250 opere scelte da Sgarbi, si sono anche capolavori che
arrivano dalla Basilicata. Qualcuna scelta dallo stesso critico
ferrarese, altri indicati da uno studioso di Miglionico.
Gabriele Scarcia, che vive a Roma. Che, racconta: «ho spesso
accompagnato Vittorio nei suoi giri in Basilicata e così nel
novembre scorso, quando intuì che l’idea dei Tesori d’Italia era
fattibile, mi coinvolse e proposi una quindicina di capolavori
lucani, da cui estrapolare quelli che ritenesse i più
rappresentativi della nostra Regione». Alla fine le opere d’arte
scelte sono sei, che poi secondo Scarcia, sono una sintesi,
secolo per secolo, dell’arte lucana. Infatti a Milano si
po-tranno ammirare tre statue: Sant’Eufemia, unica scultura del
pittore Andrea Mantegna, custodita nella Cattedrale di Irsina;
La Madonna in trono con Bambino, in legno dorato, presente nella
Chiesa di Santa Maria del Carmine di Marsico Nuovo; il San
Giovanni della collegiata della Chiesa Matrice di Miglionico.
E tre opere pittoriche: due presenti nella Collezione d’Errico
di Matera: Giovane Contadina di Traversi che con il suo
particolare copricapo fa il verso a due capolavori come la Dama
con l’ermellino e la Ragazza con orecchino di perla; Natura
morta con frut-ta e ortaggi con tre vasi di fiori e due colombi
in volo del Maestro di Palazzo San Gervasio, olio su tela del
Settecento; e i Capannoni di un artista moderno, Minno Centonze.
L’arte lucana è servita, si può dire. (mic.piz.) |