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MARGHERITA LOPERGOLO
9 Marzo 2015

Miglionico
"All'ombra di un ficus" di Pippo Bellone

Vedi anche articolo su presentazione del romanzo a Miglionico
di Margherita Lopergolo

MIGLIONICO. Pippo Bellone e' nato a Sambuca di Sicilia e vive a Montescaglioso.Tra il 2011 e il 2015 ha scritto i suoi tre romanzi (Partire con un treno, Aprire una finestra e All'ombra di un ficus), in cui l'autore racconta la sua infanzia nel paese natio e la sua vita da emigrato in una stupefacente e contraddittoria Svizzera, fra le difficolta' dell'integrazione e la nostalgia del proprio paese, appena colpito dalla tragedia del terremoto. Il protagonista di 'All'ombra di un ficus' riesce a tornare a Sambuca, in un viaggio alla ricerca delle sue radici,dove ritrova un paese cambiato e ne rimane deluso, ma questa volta intraprendera' anche un viaggio nel tempo attraverso un incontro con la nonna. Mamma grande la chiamavano questa piccola donna vestita di nero,dai capelli di un bianco candido, sempre raccolti. Da piccolo Pippo non l'amava moltissimo, perche' non era facile accettare quella sua rigidita'. Ma quella donna cosi distante, incomprensibilmente rigida ai suoi occhi, di li a poco,avrebbe acquistato una umanita' sconosciuta consegnando nelle sue mani un segreto...Il romanzo e' il resoconto della conversazione del protagonista con sua nonna:una storia sulla debolezza umana e sulla sua grandezza. Infatti, il viaggio, in realta',e' un viaggio interiore, un viaggio nella coscienza del protagonista che ritrova nella sua terra la possibilita' di un dialogo vero..Nell'epilogo,Pippo ritorna a casa ,dopo aver scavato tra le radici di un ficus e pensando ,come novello Cesare Pavese , che 'un paese ci vuole,non fosse che per il gusto di andarsene e la certezza che nella gente ,nelle piante,nella terra c'e' qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti'.
Ma non bisogna dimenticare l' instancabile opera di Pippo Bellone come promotore di iniziative editoriali, di scopritore di nuovi talenti. Il suo impegno con la casa editrice Amicolibro gli consente di svolgere un ruolo importante con la diffusione di opere letterarie nel territorio locale e nazionale. Un nuovo mecenate tra noi, Pippo Bellone. Margherita Lopergolo

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ALL'OMBRA DI UN FICUS (intervento di Rosa Fioriniello). Non appena si stringe tra le mani il nuovo libro di Pippo Bellone, intitolato All’ombra di un Ficus, Amico Libro Edizioni, si ha la netta sensazione che si tratterà di una storia vera, forte, pura, pregna di amore ma anche di dolore, come la sua immagine di copertina. E sfogliando le sue pagine, si ha, fin da subito, la conferma di queste emozioni. Il suo nuovo libro è segnato ed intriso da due grandi filoni tematici. Personalmente mi son voluta soffermare su quella che nella lettura del libro sembra pian piano assumere un’ombra velata, ma che, a mio avviso, resta pregnante, pagina dopo pagina e che, oserei direi, è fautrice della realizzazione stessa dell’opera. Tematica che ha visto coinvolto l’autore in prima persona. L’emigrazione dalla propria terra d’origine, la Sicilia. 
Siamo alla fine degli anni sessanta, a Sambuca. Lui, un bambino di una decina d’anni all’epoca, parte con un progetto costruito dalla famiglia nel paese d’origine, alla volta della Svizzera. Questa esperienza sarà colma di molteplici aspetti emotivi, che innescheranno svariate dinamiche psicologiche. Mettendo in luce la sofferenza del suo mondo interiore.
L’autore si trova ad esser coinvolto da un turbinio di emozioni. Le aspettative, le paure, i sogni, i progetti, i rischi. Ed ancora, l’incontro con lo straniero, l’estraneo, lo sconosciuto. Mentre dall’altra parte, rimane, il rapporto con il passato, con la famiglia, il paese d’origine. Emozioni di curiosità, di empatia, di esaltazione dello sconosciuto si alternano a sentimenti di impotenza, paura, dolore, fatica emotiva. 
Ogni emigrazione è segnata da passaggi dolorosi: il distacco, il viaggio, l’arrivo e l’inserimento in una realtà nuova ed estranea. 
Lui viveva una doppia assenza: dal proprio luogo e dal nuovo. Doveva far fronte ad una sofferenza che non riusciva più a contenere, alla nostalgia, ai sensi di colpa per tutto ciò che aveva lasciato, incominciando ad evocare il luoghi, i ricordi, la casa, gli amici. Così decide contro tutto e tutti di ripartire, di ritornare nella sua Sambuca, alla ricerca della propria identità. L’identità. Frutto di un complesso e singolare processo che inizia già prima della nascita, che affonda le radici nella storia della propria famiglia e nel gruppo di appartenenza. Fatta di vincoli spaziali, vincoli temporali e di integrazione sociale. Che sembrano esser spazzati via con un’emigrazione. 
Ma lui, adolescente, in quell’età borderline, fatta di ricerca e consolidamento, l’età in cui si coniugano risorse vitali e proiezioni sul futuro, ritorna alle origini, credendo che il tempo si sia fermato. Che il suo paese l’abbia aspettato. Che abbia sofferto, come lui. Che nulla sia cambiato. Ma viene deluso. E si sente doppiamente straniero: straniero nel nuovo paese e, soprattutto, straniero nel suo paese. Ma l’inaspettato dialogo con Mamma Grande, con nonna Peppina, gli consegnerà quel modello a cui ispirarsi, da cui farsi aiutare. Lei sarà quel ponte che gli darà la possibilità di unire e riconoscere la separazione, il ponte che farà in modo che lui possa favorire questa separazione, non come scissione, ma come dimensioni diverse che possono esser contenute e condivise, contemporaneamente. Si rende conto che anche se nulla sarebbe stato più come prima, il partire, restare, tornare, non gli impediranno di portare dentro di sé la sua storia, il suo viaggio, il suo passato, le sue speranze, così come da sempre fa quel gigantesco Ficus, al centro della stazione di Palermo, affondando le sue radici nella profondità della terra, a sorreggere i suoi rami, lì, all’esterno. Questa esperienza gli consegnerà le chiavi per avvicinarsi allo straniero, senza il timore di confondersi con esso ed allontanarsi dalle origini, senza la colpa della distanza. Da quel momento si prenderà cura delle proprie ed altrui domande, per costruire la propria trasformazione di uomo. Prenderà un profondo impegno personale, sul quale organizzare la propria vita. Un impegno, una tacita promessa, a cui ha tenuto fede nei migliori dei modi. Con la pubblicazione di questo libro.
Rosa Fioriniello

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