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DOMENICO LASCARO
16.11.2014

Miglionico
Uno sguardo dal ponte
di Domenico Lascaro

MIGLIONICO. Un altro titolo preso in prestito; questa volta da un romanzo di Arthur Miller. Mi sembra funzionale alle riflessioni che mi appresto a fare. Infatti, voglio staccarmi, almeno per un po’, dalle faccende di casa nostra per volgere lo sguardo verso gli innumerevoli e gravi problemi che affliggono vastissime aree del nostro pianeta. Sono tanti e di tale natura che non penso di poterli affrontare in una sola volta; alcuni potranno essere trattati nei prossimi giorni.
Prima però prendo al volo le ultime news sulla riforma elettorale. L’ultimo face to face tra Renzi e Berlusconi, secondo alcuni osservatori ha prodotto un accordo risolutivo, secondo altri è stato l’ennesimo fallimento. Bè, non mi va molto da ironizzare, sono certo che tra un altro paio di incontri “col” Nazareno e la riforma vedrà quasi sicuramente la luce.
Un problema, che qualche mese fa ha scosso le coscienze del mondo intero, riguarda il rapimento di oltre 200 studentesse nigeriane ad opera di un gruppo di fondamentalisti islamici. Il capo è un esaltato di nome Boko Haram che, insieme ai suoi accoliti, si prefigge di islamizzare tutta l’area nord africana. Le ragazze sono tenute segregate e nessuno finora è riuscito a individuarne il nascondiglio. Come se non bastasse, a distanza di qualche settimana ne sono state rapite diverse altre decine.
Il mio scopo non è, ovviamente, quello di dare la notizia, ma richiamare l’attenzione del lettore su due aspetti in particolare: il primo riguarda l’atteggiamento assunto dai paesi occidentali nei confronti dell’accaduto. All’inizio ha suscitato lo sconcerto e l’indignazione di tutti. Sembrava che da un giorno all’altro le avrebbero liberate i servizi segreti americani e inglesi. Sono passati sei mesi e tutto sembra essere finito nel dimenticatoio. L’altro aspetto, ancora più inquietante, è il fatto che a fare da cavia siano solo fanciulle e, per giunta, studentesse. Il disegno è chiaro: i fondamentalisti islamici vogliono cancellare ogni traccia di emancipazione femminile e culturale.
Il fenomeno, purtroppo, non è circoscritto all’area citata; segnali di tali inaudite barbarie contro le donnesi registrano in diverse regioni del pianeta. Un esempio per tutti è la forzata sterilizzazione di giovani indiane, operate con l’obiettivo di ridurre le nascite: con pratiche ai limiti della decenza, si sono provocate decine di morti.Un altro efferato delitto è stato consumato nei confronti di 43 studenti di una scuola messicana: colpevoli di voler contestare il comizio della moglie dell’ex sindaco di una piccola città, sono stati rapiti, dati in pasto ai narcotrafficanti e bruciati.
Solo un cenno, per ora, al mostruoso sistema dei Jihadisti islamici che usano per eliminare i prigionieri: lidecapitano in diretta tv. Non sono episodi sporadici, è un fenomeno che si estende a macchia d’olio in diverse parti del mondo. La domanda non sembri fuori luogo: stiamo forse tornando ai secoli bui del Medio Evo? Una nuova Crociata - questa volta contro l’Occidente- è alle porte? La risposta non può essere né semplice, né univoca.
Prima di tutto occorre che,tutti insieme, si prendaconsapevolezza della pericolosità dei fenomeni. Non vanno elusi né rimossi dalla coscienza, anche se sembrano lontani dai nostri immediati interessi. E’ un dovere morale e umano, oltre che religioso e politico; ed è altresì compito prioritario dei partiti rendere consapevoli, per primi i giovani, della minaccia derivante dai fondamentalismi più estremi. E’ soprattutto necessario l’intervento della comunità internazionale, dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e di tutti i Paesi che si reputano civili.
Non penso solo alla risposta militare che, sia pure in ritardo, si tenta di dare contro ogni forma di terrorismo.Occorreadottare una politica innovativa, ispirata al rispetto di tutti i popoli. Non più errori come quello di Bush: allo scopo di importare petrolio dall’Iraq, s’ inventò il pretesto di esportarvi la democrazia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la destabilizzazione di tutta l’area che minaccia l’intero equilibrio del pianeta. Bisogna rivedere a fondo il ruolo che svolgono nel mondo i paesi più emancipati e democratici: senza pretese di superiorità e più rispetto per tutti, occorrerà pensare a un nuovo ordine mondiale che garantisca ad ogni popolo, di qualsiasi credo religioso e politico, dignità e benessere sociale.
Domenico Lascaro
(d.lascaro@libero.it)

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