MIGLIONICO.
Un altro titolo preso in prestito; questa
volta da un romanzo di Arthur Miller. Mi
sembra funzionale alle riflessioni che mi
appresto a fare. Infatti, voglio staccarmi,
almeno per un po’, dalle faccende di casa
nostra per volgere lo sguardo verso gli
innumerevoli e gravi problemi che affliggono
vastissime aree del nostro pianeta. Sono
tanti e di tale natura che non penso di
poterli affrontare in una sola volta; alcuni
potranno essere trattati nei prossimi
giorni.
Prima però prendo al volo le ultime news
sulla riforma elettorale. L’ultimo face to
face tra Renzi e Berlusconi, secondo alcuni
osservatori ha prodotto un accordo
risolutivo, secondo altri è stato l’ennesimo
fallimento. Bè, non mi va molto da
ironizzare, sono certo che tra un altro paio
di incontri “col” Nazareno e la riforma
vedrà quasi sicuramente la luce.
Un problema, che qualche mese fa ha scosso
le coscienze del mondo intero, riguarda il
rapimento di oltre 200 studentesse nigeriane
ad opera di un gruppo di fondamentalisti
islamici. Il capo è un esaltato di nome Boko
Haram che, insieme ai suoi accoliti, si
prefigge di islamizzare tutta l’area nord
africana. Le ragazze sono tenute segregate e
nessuno finora è riuscito a individuarne il
nascondiglio. Come se non bastasse, a
distanza di qualche settimana ne sono state
rapite diverse altre decine.
Il mio scopo non è, ovviamente, quello di
dare la notizia, ma richiamare l’attenzione
del lettore su due aspetti in particolare:
il primo riguarda l’atteggiamento assunto
dai paesi occidentali nei confronti
dell’accaduto. All’inizio ha suscitato lo
sconcerto e l’indignazione di tutti.
Sembrava che da un giorno all’altro le
avrebbero liberate i servizi segreti
americani e inglesi. Sono passati sei mesi e
tutto sembra essere finito nel
dimenticatoio. L’altro aspetto, ancora più
inquietante, è il fatto che a fare da cavia
siano solo fanciulle e, per giunta,
studentesse. Il disegno è chiaro: i
fondamentalisti islamici vogliono cancellare
ogni traccia di emancipazione femminile e
culturale.
Il fenomeno, purtroppo, non è circoscritto
all’area citata; segnali di tali inaudite
barbarie contro le donnesi registrano in
diverse regioni del pianeta. Un esempio per
tutti è la forzata sterilizzazione di
giovani indiane, operate con l’obiettivo di
ridurre le nascite: con pratiche ai limiti
della decenza, si sono provocate decine di
morti.Un altro efferato delitto è stato
consumato nei confronti di 43 studenti di
una scuola messicana: colpevoli di voler
contestare il comizio della moglie dell’ex
sindaco di una piccola città, sono stati
rapiti, dati in pasto ai narcotrafficanti e
bruciati.
Solo un cenno, per ora, al mostruoso sistema
dei Jihadisti islamici che usano per
eliminare i prigionieri: lidecapitano in
diretta tv. Non sono episodi sporadici, è un
fenomeno che si estende a macchia d’olio in
diverse parti del mondo. La domanda non
sembri fuori luogo: stiamo forse tornando ai
secoli bui del Medio Evo? Una nuova Crociata
- questa volta contro l’Occidente- è alle
porte? La risposta non può essere né
semplice, né univoca.
Prima di tutto occorre che,tutti insieme, si
prendaconsapevolezza della pericolosità dei
fenomeni. Non vanno elusi né rimossi dalla
coscienza, anche se sembrano lontani dai
nostri immediati interessi. E’ un dovere
morale e umano, oltre che religioso e
politico; ed è altresì compito prioritario
dei partiti rendere consapevoli, per primi i
giovani, della minaccia derivante dai
fondamentalismi più estremi. E’ soprattutto
necessario l’intervento della comunità
internazionale, dell’Unione Europea, degli
Stati Uniti e di tutti i Paesi che si
reputano civili.
Non penso solo alla risposta militare che,
sia pure in ritardo, si tenta di dare contro
ogni forma di terrorismo.Occorreadottare una
politica innovativa, ispirata al rispetto di
tutti i popoli. Non più errori come quello
di Bush: allo scopo di importare petrolio
dall’Iraq, s’ inventò il pretesto di
esportarvi la democrazia. Il risultato è
sotto gli occhi di tutti: la
destabilizzazione di tutta l’area che
minaccia l’intero equilibrio del pianeta.
Bisogna rivedere a fondo il ruolo che
svolgono nel mondo i paesi più emancipati e
democratici: senza pretese di superiorità e
più rispetto per tutti, occorrerà pensare a
un nuovo ordine mondiale che garantisca ad
ogni popolo, di qualsiasi credo religioso e
politico, dignità e benessere sociale.
Domenico Lascaro
(d.lascaro@libero.it) |