Mi
chiamo Antonio Biscaglia, ho 16 anni, vivo a
Matera e sono un frequente visitatore del suo sito.
Innanzitutto vorrei farle i miei complimenti per la
bellezza e per l'originalità del suo sito. Spero che
lei faccia molta attenzione a questa mia e-mail perchè
per me è molto importante. Ho letto che ha una
affezione particolare verso la sua terra natìa; e
questa è la caratteristica che ci accomuna; o meglio,
io non sono natio di Miglionico, ma i miei parenti
materni lo sono.
Sin da
piccolo sono stato a contatto con la comunità
miglionichese e, involontariamente, ho fatto rivivere,
con i miei cugini, la "storia di Miglionico": intendo
dire che, fino al 1996 circa, i miei nonni hanno
abitato una parte del Castello del Malconsiglio di
Miglionico e, quando, io e i miei cugini, andavamo a
trovarli, riempivamo e facevamo ringiovanire le
antiche e sapienti mura con i nostri sorrisi, con
la nostra infantile ingenuità, e con i nostri sfrenati
giochi.
Poi è
arrivato il momento in cui abbiamo dovuto cedere la
nostra parte di castello al comune per i lavori di
restauro e per anni il castello è rimasto muto, quasi
senza vita, solamente pieno di lavoratori intenti al
loro mestiere. Fino a poco tempo fa il castello per me
rappresentava solo una semplice abitazione nella quale
avevo trascorso un po' della mia vita, ma, con la
morte di mia nonna, ho iniziato a cercare ogni piccola
cosa che mi facesse ricordare il suo volto, il suo
sorriso e soprattutto la sua bontà d'animo e l'amore
che lei provava per me. Ho iniziato a cercare ed a
ricordare tutti i momenti passati insieme ed allora il
castello è diventato per me un prezioso scrigno
all'interno del quale conservo i miei ricordi più
belli. Mi sono avvicinato tantissimo a Miglionico ed
ho iniziato a documentarmi sulla storia del castello
scoprendo cose nuove ma che non facevano altro che
rafforzare la mia tesi sulla fondamentale importanza
di quel complesso.
Poi,
ultimamente, ed è questo il motivo principale per cui
le scrivo, ho saputo l'ipotetica destinazione ultima
del castello e il mio istinto protettivo ha
prevaricato su tutto tanto da spingermi a scriverla.
Ho saputo, ma sottolineo che sono solo voci (voci che
ovviamente per me sono attendibili pur rimanendo
sempre un "sentito dire"), che all'interno del
castello si dovrebbe fare una sala ricevimenti per
matrimoni e cerimonie varie.
A quel
punto ho ragionato, ho pensato a tutto quello che mi
lega a quella struttura, ho pensato a quello che per
me rappresentano realmente quelle mura antiche e
stanche; ed ho realizzato che non si può umiliare così
tanto la storia miglionichese (mi riferisco alla
Congiura dei Baroni del 1485) e poi umiliare tutte le
anime che hanno riposto una parte molto grande della
propria vita all'interno di esso.
Io,
nonostante avessi perso il mio castello, ero sereno poichè sapevo che sarebbe diventato un
museo: la cosa mi allettava molto perchè finalmente la
gente poteva nuovamente entrare ed ammirare la vostra
storia, la mia... piccola storia.
Ma ora?
Ora che il castello diventerà una banalissima sala
ricevimenti? Che fine farà la mia piccola storia?
Quale sorte sarà consegnata alle anime che abitano il
mio castello? Saranno felici i miei avi, i vostri avi?
A che cosa saranno serviti tutti gli sforzi e tutte le
vite che hanno portato il
nostro
castello fino a noi? Saranno serviti
per costruire una lussuosa sala ricevimenti...non
finisce così la storia, così inizia solamente il mio e
forse anche il suo incubo!
Non ho
la certezza matematica e soprattutto i documenti che
affermino questa voce che gira, ma se fosse vera lei
ha in mano uno strumento di grande potere della nostra
società: lei divulga notizie ed è una persona, per
quanto abbia potuto leggere, intelligente e preparata.
La prego aiuti la dignità del suo e del mio popolo!
GRAZIE.
Lei sta
facendo un lavoro importantissimo per me e per tutta
la comunità miglionichese; la ringrazio per avermi
ascoltato e aspetto con ansia una sua risposta; la
saluto dicendole che lei è una persona importantissima
per noi in quanto la ritengo un conservatore e
divulgatore della nostra storia. GRAZIE ANCORA.
Antonio Biscaglia.
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