MONTESCAGLIOSO.
Dopo un costante calo dei votanti nelle diverse tornate
elettorali,i cittadini recatisi alle urne per il
referendum hanno segnato un vero boom:33.243.845 per
l'esattezza,un numero superiore a qualsiasi altra
consultazione referendaria. Questo dato significa che il
voto è stato politico prima ancora che sul testo della
riforma .
Con il 68,15 per cento di No ,la provincia di Matera ha
conquistato il titolo ,meramente simbolico,di ambito
provinciale più convinto di Basilicata nel respingere la
riforma costituzionale. Anche in centri come
Montescaglioso, patria del viceministro degli
Interni,Filippo Bubbico , il SI non è riuscito ad
affermarsi.Nel centro dell'Abbazia di San Michele
Arcangelo i favorevoli alla riforma sono stati 1540
contro i 2985 del NO.
"Quella che il bruco chiama fine del mondo,il resto del
mondo chiama farfalla" afferma Margherita Lopergolo,coordinatrice,insieme
a Raffaele Silvaggi, del comitato per il SI ,'La
Basilicata è meravigliosa'.E continua dicendo che di
certo non si può
nascondere
l'amarezza per un'occasione di cambiamento sprecata:il
verdetto delle urne è netto e duro . Va rispettato e
compreso .
Anche se a fatica visto che il progetto di riforma
costituzionale era ardimemtoso,a detta della Merckel.La
riforma di 47 articoli su 138 della Costituzione,nessuno
ci era mai riuscito.Renzi aveva portato una ventata di
freschezza nei burocrati ,non più un 'Italia delle
mediazioni e dei compromessi estenuanti , ma un'Italia
fervente ,dinamica,semplice.Un sogno per
uscire
dalla palude di una casta che rivendica i suoi poteri.
Siamo alle prime battute di una crisi incartata come
poche altre.
Ma la causa vera di questo collasso va ricercata nel
crescente isolamento della società italiana che sembra
non comprendere le ragioni della modernità sempre più
diffusa nel mondo.Recuperare il ruolo che l'Italia ha
avuto un in passato , soprattutto nel primo dopoguerra
,dove una generazione si è impegnata a ricostruire il
Paese con operosità e ingegno partendo dal nulla ,rimane
il compito del prossimo governo in
presenza di un
crescente populismo che minaccia la democrazia.
Lo spirito riformatore si è infranto sul muro di circa
20 milioni di italiani , ma ritornerà sotto spoglie
differenti .A fatica si dovrà ricominciare da capo per
mettere ordine in un assetto statale sempre più confuso
.Di fatto,questa infinita campagna elettorale refendaria
ha allargato il solco politico fra i separati in casa
nello stesso Partito Democratico e l'esito di questo
voto non poteva non toccare i fragili equilibri di un
partito che da tempo mantiene solo formalmente una sua
composizione unitaria.
Due comportamenti contraddittori emergono dal voto :il
massiccio voto per il SI degli italiani sparsi nel mondo
e quello per il NO dei giovani disorientati e
sfiduciati.Granitico è stato il voto dei simpatizzanti
di M5s che ha seguito le indicazioni di Grillo e che
adesso sembra trovarsi un po' spiazzato dal rapido
evolversi di una situazione che non era stata davvero
soppesata per le sue ricadute:la prospettiva seria di
governare e la strategia da seguire per farlo.
I 13.432.187 SI sono il tanto evocato partito della
nazione,cioè un Pd più spostato al centro e privato
della propria sinistra.Proprio questo dato potrebbe
indurre Renzi a rimanere e tentare di vincere eventuali
elezioni anticipate . I 13.4 milioni di Si sono tutto
suoi,mentre i 19,4 milioni sono la somma di tanti No
differenti ,non riconducibili a unità .
Dal comitato del Si di Montescaglioso'La Basilicata è
meravigliosa' grazie a tutti coloro che hanno creduto
nel cambiamento e hanno votato Si.Ad Maiora.
Margherita Lopergolo |