MIGLIONICO.
Giuseppe Dalessandro rivuole la poltrona di primo
cittadino. Una poltrona che ha già occupato con il PDS e
poi con i DS per 2 mandati consecutivi sul finire degli
anni ‘90. Abbiamo intervistato il candidato sindaco alla
guida del Movimento Civico-Ambientalista, Esperienza &
Futuro che non ha lesinato analisi e considerazioni.
Quali sono le motivazioni che spingono Dalessandro a
rimettersi in gioco per il Comune dopo aver ricoperto
incarichi provinciali e regionali?
Da quando ho smesso di fare il consigliere regionale,
non ho mai abbandonato la politica, intesa come un
servizio da rendere alla comunità. Negli anni, pur
ricoprendo ruoli politici importanti, ho sempre
mantenuto i contatti con Miglionico i cui cittadini,
negli ultimi anni, mi sono sembrati orfani di una
autorevole guida politico-istituzionale. Di fronte
all’improvvisazione che si andava prefigurando nello
scenario politico locale, ho deciso di scendere in campo
mettendo a disposizione di una nuova classe dirigente,
la mia esperienza.
La vostra è una lista di “centrosinistra” in antagonismo
con l’altra?
A dire il vero a me non pare che l’altra lista sia di
Centrosinistra. Piuttosto è una lista targata PD con
qualche innesto esterno allo scopo di camuffarla da
lista civica. È singolare che in quella squadra ci sia
il segretario cittadino e esponenti del partito che,
evidentemente, hanno avuto difficoltà a candidarsi in
una lista con il simbolo del PD. Quella che mi onoro di
capeggiare è un’autentica coalizione civica, pur
contenendo al proprio interno sensibilità politiche
riconducibili alla sinistra. Si tratta di un progetto di
laboratorio politico, tarato sulle esigenze della
comunità, sui bisogni della gente e sulla condivisione
di progetti per migliorare la qualità della vita ai
cittadini.
Quali sono le differenze e perché si dovrebbe votare per
voi ?
Vi sono differenze sostanziali di natura politica e di
merito. L’impianto di quella lista, che risponde più a
logiche famigliari che a criteri legati alle competenze
e alle professionalità, reca la firma del sindaco
uscente che fu uno dei primi firmatari a sostegno della
ricandidatura di Pittella, salvo poi consegnare un
disastroso risultato elettorale alle ultime regionali.
Nella nostra non ci sono estremismi e ci caratterizza
l’entusiasmo che è propedeutico al ripristino di un
clima di condivisione, coinvolgimento e garbato
confronto in un’ottica di democrazia partecipata. Per
una crescita economica, sociale e culturale, abbiamo un
progetto che, potrà essere attuato grazie all’esperienza
e professionalità dei nostri candidati, non certo con
l’improvvisazione e le estemporaneità.
Quale sarà la prima cosa da fare se dovesse rioccupare
la poltrona di sindaco?
Rendere i cittadini più partecipi mediante l’istituzione
di gruppi di lavoro specifici affinché ognuno si senta
amministratore. Poi c’è il Castello del Malconsiglio di
cui occuparsi perché temo che, da risorsa preziosa sia
diventato una palla al piede per il Comune che, finora,
ha privilegiato una gestione familiare e personalistica.
C’è qualcosa che ha fatto in passato da sindaco e che
non ripeterebbe?
Probabilmente avrei dovuto dedicare più tempo alla
crescita di una nuova classe dirigente. Se lo avessi
fatto, oggi a 70 anni, avrei potuto tranquillamente
dedicarmi ai miei hobby. Purtroppo non mi sono accorto
per tempo che i futuri amministratori non andavano
alimentati con gli omogeneizzati.
Durante il comizio di presentazione, lei ha rivolto
l’invito per un confronto pubblico agli altri due
antagonisti. Pensa ancora che il confronto si debba
tenere?
La gente si allontana sempre più dalla politica
lasciandosi affascinare dal populismo e per questo credo
che sia interesse di ogni forza in campo, lavorare per
riavvicinare i cittadini. Chi decide di mettersi in
gioco deve farlo con serenità e trasparenza e non deve
mai rifuggire da un confronto che deve essere franco e
trasparente. Al momento solo il candidato sindaco
pentastellato ha accolto l’invito. L’altro candidato
sembra non abbia interesse anche se credo che la
partecipazione sarebbe un atto di rispetto verso gli
elettori. |