MIGLIONICO.
Un caffè da giorno felice. E come
potrebbe non esserlo se all’Happy Days
Bar di Pierangelo Carlucci che da
30 anni è sempre nella stessa via, si
potesse gustare un caffè al costo di 30
centesimi? Trent’anni di attività che
il titolare ha voluto festeggiare a modo suo
contro una crisi galoppante che attanaglia
ogni famiglia. Eravamo nel 1984 quando i due
giovanotti, allora 22enni, Pierangelo
Carlucci e Michele Buzzella,
decisero di avventurarsi in un’attività
imprenditoriale nel campo della
ristorazione. Non aspettarono il posto
fisso e tranquillo cui molti all’epoca
aspiravano ma si rimboccarono le maniche e
anziché trascorrere le loro serate a fare lo
“struscio” per la via Pietro Sivilia, la
strada che guarda il Castello del
Malconsiglio, sulla stessa decisero di
avviare il loro bar. Ed il nome da dare
all’attività, quello sì lo presero dalla
sit-com che narrava della spensieratezza
giovanile, molto in voga allora. La serie Tv
era chiamata “Happy Days”. Quella
che
ha consacrato Fonzie al ruolo di playboy,
Richie Cunningham come ragazzo timido e che
diede il via ed il nome alla loro attività.
Ed il 14 ottobre 1984 il loro sogno
iniziò a diventare realtà. Il bar dei “giorni
felici” vedeva la luce, in una serata in
cui in Tv all’ora dell’inaugurazione
ufficiale, la squadra di calcio dell’Hellas
Verona di mister Bagnoli, batteva la
Juventus per avviarsi poi a vincere un
campionato passato alla storia per il primo
scudetto di una cosiddetta provinciale.
Quel giorno, due reti a zero per gli
scaligeri, con un gol straordinario,
realizzato da Elkjaer da tanti ricordato
perché realizzato senza scarpino.
Nell’attività, i due amici e soci
iniziarono ad investire gran parte del loro
tempo e ogni risorsa per un servizio
ottimale alla clientela. Allo scoccare del
settimo anno, Buzzella, per motivi
personali, fu costretto a lasciare, pur
rimanendo sempre in buoni rapporti con
l’amico fraterno. Pierangelo e la moglie
Rita con sacrificio e grande forza di
volontà continuarono il progetto originale
mandando avanti l’attività cui si sono
aggregate negli anni anche le figlie. Ed il
loro sacrificio, finanche in tempi di crisi
continua, ha permesso oggi di raggiungere
quota 30. “Desideriamo festeggiare questo
nuovo traguardo – esordisce Pierangelo,
insieme ai nostri clienti e a chiunque
voglia conoscere chi con tanto sacrificio è
riuscito a portare avanti un’attività che
richiede enormi sacrifici. Al tempo stesso
vogliamo dare un piccolo segnale contro una
crisi galoppante che allontana dalle nostre
attività sempre più gente”. Un tuffo in
quel passato dei mitici anni ‘80 quando
l’Italia era in crescita economica ed erano
davvero giorni felici. Trenta centesimi per
un caffè per un trentesimo da ricordare.
Antonio Centonze |