MIGLIONICO.
Un piccolo vigneto, coltivato in modo assolutamente biologico,
di proprietà dell’agricoltore miglionichese, Michele
Aspriello, 65 anni, è stato saccheggiato in contrada
“Conche”, tra le più rinomate e fertili dell’agro per
l’abbondante presenza d’acqua che sgorga dalle numerose sorgenti
naturali presenti nella zona. E’ verosimile che a compiere tale
razzia sia stato un branco di cinghiali affamati, in cerca di
cibo. A scoprire lo scempio è stato lo stesso proprietario
dell’appezzamento di terreno dedicato alla monocoltura della
vite. Il saccheggio dell’uva, già quasi pronta per essere
vendemmiata, è avvenuto nel corso delle ore notturne di domenica
scorsa. “Lunedì mattina – racconta il contadino – mi sono recato
nel mio piccolo podere e, purtroppo, mi sono trovato di fronte a
uno scenario di distruzione: i grappoli d’uva sia quelli da
tavola che da vino, erano spariti; per terra c’erano solo
ramoscelli spezzati, tantissime foglie e pochi chicchi d’uva”.
Ovvero, ciò che era rimasto dell’abbondante e squisita “cena”
che i voraci mammiferi avevano lasciato come avanzo. “E’ stato
distrutto tutto il mio lavoro di un anno intero – aggiunge
Aspriello – e, adesso, per poter gustare di un po' di vino
genuino, sarò costretto ad acquistare almeno tre quintali di
uva”. In pratica, la stessa quantità che il contadino avrebbe
ricavato dalla vendemmia dell’uva prodotta annualmente dal suo
vigneto, costituito da circa trecento alberelli di vigna,
strutturata a ceppo. Purtroppo, il piccolo vigneto, che si
estende su una superficie di terra di circa 400 metri quadri,
era sprovvisto di recinzione metallica. L’unica barriera che,
certamente, avrebbe potuto rappresentare un ostacolo
insormontabile di fronte al “raid” notturno di un branco di
predatori famelici, ghiottoni di cibo vegetale. |