MIGLIONICO.
Un giorno di festa. Quasi come
quello in cui si celebra un santo.
In paese, negli anni del dopo guerra
e fino agli anni Sessanta, la
macellazione del maiale
rappresentava una sorta di rito.
Un’usanza diffusa all’interno di
molte famiglie miglionichesi.
“Quando il porco muore – usavano
dire i contadini – tutta la casa fa
festa”. Oggi, ovviamente, la
situazione è decisamente cambiata.
La tradizione di uccidere il maiale
in casa per il fabbisogno familiare
è circoscritta a pochi nuclei
familiari. E viene regolata da un
protocollo al quanto dettagliato.
Con regole che bisogna rispettare in
modo puntuale per salvaguardane gli
aspetti sanitari e igienici
correlati “all’evento”. E’ questo,
quindi, il senso dell’ordinanza
comunale, firmata nei giorni scorsi
dal vice sindaco Domenico Musillo
che disciplina, in paese, la
macellazione domiciliare dei suini
domestici per autoconsumo familiare.
L’ordinanza ne regola i modi e i
tempi: “La visita ispettiva
veterinaria – si legge nel testo –
avverrà sempre nella giornata del
lunedì”, con una durata che si
protrarrà fino “al 28 febbraio 2019.
L’ispezione delle carni dei suini
macellati avverrà presso il
domicilio del richiedente o presso
un locale individuato previo avviso
di almeno due giorni feriali prima
della macellazione, chiamando ai
seguenti numeri di telefono
cellulare: 3391386505 – 3285832551.
I suini devono essere macellati
entro e non oltre le 24 ore che
precedono la visita del veterinario.
Gli interessati dovranno portare
presso la sede del presidio
sanitario le seguenti parti
dell’animale macellato: fegato,
polmoni, esofago, trachea,
diaframma, milza, lingua, reni e
cuore”. Inoltre, prima di effettuare
la macellazione, bisognerà versare
una tassa di 11,22 euro per ogni
capo da abbattere, unitamente a un
contributo di 3,74 euro per l’esame
“trichinoscopico”. Infine, si
precisa che “l’autorizzazione
sindacale a macellare viene
rilasciata presso il Municipio” e
che “l’abbattimento del suino deve
avvenire senza causare dolore, ansia
o sofferenza all’animale”, del quale
“nessuna parte potrà essere
consumata prima dell’esito
favorevole della visita veterinaria
e di quello dell’esame
trichinoscopico”. |