MIGLIONICO.
“Scorie nucleari. Cromo e
trielina abbattuti fino ai
minimi termini”. Lo scorso
13 aprile scoppiò il
“bubbone” del sito nucleare
della “Trisaia” di
Rotondella. Su disposizione
della “Dda” di Potenza
(Direzione distrettuale
antimafia) furono
sequestrate alcune aree
Itrec, gestite da Sogin.
Motivo: inquinamento
ambientale, causato da
sostanze chimiche,
utilizzate per il
trattamento delle barre di
uranio collocate nell’Itrec.
L’acqua inquinata veniva
scaricata a mare. Nel sito
di Rotondella, sin dagli
anni Sessanta, vengono
custodite 64 barre di uranio
degli USA (Stati Uniti
d’America), provenienti dal
sito di “Elk River”. Il 13
aprile 2018, “la Dda di
Potenza – scrive Filippo
Mele su La Gazzetta del
Mezzogiorno del 16 ottobre
2018 - ordinò ai carabinieri
del “Noe” (Nucleo operativo
ecologico) di eseguire un
decreto di sequestro di tre
vasche di raccolta delle
acque di falda e della
relativa condotta di scarico
dell’Itrec, nonché di quello
che era rimasto di un ex
impianto nucleare, il Magnox,
ubicato nell’area gestita
dall’Enea. L’acqua
contaminata veniva sversata
nel mare Ionio”. Ora,
invece, il problema è stato
risolto. L’acqua viene
depurata prima di finire in
mare. Grazie a un impianto
di depurazione: il cromo
esavalente e la trielina
vengono abbattuti. “Il primo
diventa fango, la seconda
viene trattenuta da filtri
di carbone. I controlli sul
funzionamento della
struttura sono effettuati
dall’Arpab (Agenzia
regionale per la protezione
dell’ambiente di
Basilicata). |