Povera Italia combatte
la ricchezza non la povertà |
. |
MIGLIONICO.
“Povera Italia combatte la ricchezza non la
povertà”. Il calcolo elettorale è semplice.
“Se la stragrande maggioranza di chi vota
riceve una pensione minima – scrive il
direttore Giuseppe De Tommaso su La Gazzetta
Del Mezzogiorno del 15 luglio 2018 – è
sufficiente tagliare gli assegni più corposi
per rimpinguare quelli più modesti. Così il
gioco è fatto: i consensi nell’urna, per i
livellatori, saliranno alle stelle. Che,
poi, molti tra coloro riscuotono una
pensione bassa, non abbiano versato
contributi previdenziali o abbiano versato
cifre irrisorie o, nella vita, si siano
distinti nell’opera di beffare il fisco,
poco importa”. E’ la somma che fa il totale,
direbbe il grande Totò (1898-1967). “Uno
vale uno. Tutti uguali. Capaci e incapaci.
Colti e ignoranti. Laboriosi e sfaticati. Il
messaggio indiretto lanciato da chi, come il
ministro Luigi Di Maio, vuole colpire gli
assegni previdenziali sopra i 4 mila euro
mensili (anche quelli calcolati con il
metodo contributivo) per trovare risorse da
destinare al reddito di cittadinanza. Non
conviene sgobbare sul lavoro, non conviene
migliorare la propria condizione sociale.
Tanto, provvederà lo Stato con i suoi
programmi assistenzialistici a garantire una
paga a tutti”. Perché darsi da fare? Con la
prospettiva, ancora più beffarda, di correre
in soccorso della “Razza Furbona”, che
risulta povera all’erario, ma ricca per le
concessionarie d’auto e le località di
vacanza. Bisogna far pagare gli “invisibili
al fisco”. Colpendo chi è riuscito a
“garantirsi una vecchiaia più serena
attraverso una giovinezza più sacrificata,
si aggiunge ingiustizia a ingiustizia.
Penalizzando i più attivi, si disincentiva
il merito, che costituisce la precondizione
dello sviluppo socio-economico”. Il premier
socialdemocratico svedese Olof Palme
(1927-1986) diceva: “Il nostro dovere è
combattere la povertà, non la ricchezza”.
Traduzione: bisogna portare i poveri a
essere ricchi, anziché portare i ricchi a
essere poveri. Bisogna guardare alla
crescita ed all’eguaglianza verso l’alto e
non alla decrescita e all’egualitarismo
verso il basso. “Prima di redistribuire è
indispensabile produrre”. |
Created by
Antonio
Labriola-Mail
- 10
Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9 - 75100 Matera - Tel.
0835 310375 |
|