Al ristorante senza
telefonini |
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MIGLIONICO.
“Al ristorante senza telefoni. Lasci il
cellulare e ricevi libri di poesie:
difendiamo il “tete a tete”. L’idea è
arrivata guardando i clienti cenare
concentrati solo sul proprio telefonino.
Ognuno distratto da chiamate, isolato a
chattare, come se non avesse una persona di
fronte. Conseguenza: è la fine della
conversazione conviviale. “Ora, al
ristorante “Casa Coppelle” di Roma si può
cenare leggendo poesie – scrive Candida
Morvillo sul Corriere della Sera del 12
luglio 2018 – declamando versi tra
commensali. Si consegna il proprio
telefonino, si riceve un libro di poesie. Lo
scambio di ostaggi avviene su un vassoio in
argento. Vedere le coppie a tavola che non
si parlano mi dà una tristezza infinita. Si
esce a cena e poi non c’è dialogo”. Al
ristorante Coppelle l’iniziativa di
sostituire il cellulare con un libro è
cominciata con cautela, una sera alla
settimana, il martedì per non essere
invadenti. Poi, ha avuto successo ed è stata
prolungata. Certe sere vengono ritirati
anche 20 cellulari. Tra le poesie più
richieste, disponibili in più lingue, quelle
di Pablo Neruda, seguito da Charles
Baudelaire, Eugenio Montale, Alda Merini.
Mentre gli inglesi amano riscoprire William
Shakespeare. Parlare al telefono mentre si
sta a tavola significa considerare più
importante o piacevole quell’azione rispetto
alla persona che ci sta di fronte. |
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Antonio
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