Gabriele, il runner non
vedente: "Mi guida la mano di mio figlio" |
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MIGLIONICO.
“Gabriele, il runner (corridore) non
vedente. Mi guida la mano di mio figlio”.
Corrono uniti da una cordicella. Gabriele
Pianu, 60 anni, sardo di Oristano, ha perso
la vista nel 1987 in un incidente sul
lavoro: è rimasto sepolto da 40 quintali di
legname nel laboratorio che aveva con il
fratello a Milano. Dopo quindici giorni di
coma mi hanno detto che non avrei visto più.
Ha corso la prima maratona da non vedente
nel 2007 a Roma, grazie a una guida. Ora lo
assiste il figlio 33enne Andrea. “Da due
anni – scrive Elvira Serra sul Corriere
della Sera del 23 aprile 2018 – Gabriele ha
una guida speciale: mi accompagna mio figlio
Andrea. E’ lui che mi porta al lavoro
(centralinista non vedente) e mi viene a
prendere ed è con lui che faccio gli
allenamenti tre volte alla settimana, oltre
alle gare di domenica. Cordicella di un
metro, asole ai polsi, è il giovane Pianu a
dire al papà “destra”, “sinistra”, se deve
sterzare di tanto. Quando ero piccolo – dice
il figlio Andrea – papà non poteva venire a
vedermi giocare a calcio e questo mi è
mancato. Così per me correre insieme è una
forma di compensazione, abbiamo trovato uno
sport da condividere. E’ una cosa bellissima
per un padre e figlio”. Adesso Gabriele
Pianu ha un sogno: “Vorrei correre con
Andrea la maratona di New York”. |
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Antonio
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