 MIGLIONICO.
Tre studenti universitari, Clara, Manuela e
Paco sono i protagonisti del romanzo, “Posso
chiudere gli occhi”, ed. “Augh”,
“Collana-Frecce” (febbraio 2016), di Nancy
Citro, 36 anni, nata a Matera, ma
miglionichese doc. L’opera narrativa è
strutturata in 26 capitoli, per complessive
148 pagine. E’ il terzo romanzo di Nancy
Citro che attualmente vive a Torino, ove
lavora come insegnante di scuola primaria.
Vincitrice del premio letterario regionale
di Basilicata, “La Giara”, bandito da “Rai
Com-Rai Eri (nel 2015), la scrittrice
miglionichese è anche attrice di teatro
d’improvvisazione ed autrice di alcune
sceneggiature teatrali. L’opera è stata
presentata nei giorni scorsi da Graziana
Ventura e Marzia Dalessandro nella
biblioteca dell’associazione culturale,
“Culture in Movimento”. Il romanzo è
ambientato nei primi anni del Duemila ed è
costellato di riferimenti agli studi
universitari che i tre studenti hanno svolto
all’Università di Bari, “Aldo Moro”, presso
le facoltà di Medicina, Economia e Commercio
e Scienze della Formazione primaria. Gli
elementi fondanti dell’opera letteraria sono
costituiti dalle vicende personali e
familiari dei tre protagonisti principali e,
in parte, dalle storie dei personaggi
secondari che sono rappresentati dai loro
familiari. Siamo di fronte a un romanzo
verista che trae ispirazione da vicende
reali (solo in minima parte, di fantasia) e
mette in risalto un’appassionante storia
d’amicizia. Un rapporto intenso, basato
sullo spirito di solidarietà e sull’affetto.
Capace di far uscire ciascuno di loro dal
proprio egocentrismo e di scoprire la forza
del “noi”, del valore dell’alterità, del
senso della reciprocità, base fondante di
quella che, a poco a poco, diventerà, per i
tre giovani, una sorta di “cooperativa” di
mutuo soccorso. L’opera ha alcuni caratteri
del romanzo d’avventura (racconta alcune
vicende imprevedibili e colpi di scena), ma
è pure un romanzo sociale (descrive i ceti
sociali), è un romanzo psicologico (analizza
i conflitti interiori dei personaggi) e sa
essere anche un romanzo rosa, perché è
caratterizzato da vicende d’amore e
situazioni commoventi che arrivano al cuore
del lettore. Il testo mette in risalto la
capacità di reazione di due protagonisti
(Clara e Paco), capaci di lottare duramente
per uscire da varie situazioni scomode.
Angosciante, però, è la conclusione per uno
dei tre protagonisti. Gli altri due
personaggi principali del romanzo, invece,
riescono a spezzare le “catene” (quelle
psicologiche), vanno oltre certe “ombre” e
vedono la luce in fondo al tunnel. Un motivo
per leggere questo romanzo? Ce ne sono
almeno quattro. Primo: aiuta a scoprire la
diversità come valore. Secondo: abbatte i
“muri” dei pregiudizi. Terzo: simboleggia il
valore dell’amicizia, uno degli elementi
fondanti della vita sociale. Quattro: spesso
ciò che è visibile diventa invisibile ai
più. Ed è allora che “basta chiudere gli
occhi - per dirla con l’autrice – per
vedere, finalmente, la verità”. |